Art Nouveau, neogotico, postmodernismo e… gourmandise: Bruxelles, una capitale”trasformista”!
La città di Bruxelles è tutt’altro che uniforme o noiosa! Non solo fumetti e street art (Bruxelles, la città dei fumetti e della Street Art ) ma anche monumenti, edifici storici e palazzi moderni.
Bruxelles è una metropoli cosmopolita, giovane e dinamica: pur non essendo eccessivamente grande, soprattutto se paragonata ad altre capitali europee, la città merita senz’altro un po’ di tempo per essere visitata. Infatti, oltre a interessanti musei e bellissime architetture civili e religiose che raccontano la storia del Belgio e della sua capitale, Bruxelles offre ampi spazi verdi e soprattutto bellissimi esempi di architettura Art Nouveau e postmodernista.
Limitare la conoscenza di Bruxelles alla centralissima quanto meravigliosa Grand-Place (Patrimonio UNESCO) sarebbe davvero un peccato, quindi perché non spingersi anche verso altre zone, alcune meno conosciute ma significative per il processo di “trasformazione architettonica” vissuto dalla città a partire dagli Anni Ottanta?
Un primo segnale del profondo cambiamento che sarebbe cominciato di lì a qualche anno si verificò in occasione dell’Esposizione Universale del 1958 quando venne realizzato l’Atomium, la “stranezza architettonica” diventata suo malgrado il simbolo di Bruxelles a livello internazionale. Oggi l’Atomium ha forse un aspetto un po’ rétro (qualcuno potrebbe trovarlo addirittura fané) ma all’epoca della sua costruzione fu un’opera d’avanguardia tecnologica.
L’edizione del 1958 di Expo fu importante in quanto inserita in un quadro storico molto particolare: la Seconda Guerra Mondiale era ormai alle spalle, il mondo era sostanzialmente diviso in due blocchi, l’ONU stava muovendo i primi passi e la Comunità Europea (poi divenuta UE) era neo-nata. In questo contesto “animato” dalla fiducia nel futuro, le innovazioni tecnologiche e le scoperte scientifiche divennero le protagoniste della scena mondiale.
Situato nella parte nord della città e facilmente raggiungibile con la metropolitana, questo bizzarro monumento dedicato al mondo delle scienze è una costruzione in acciaio che riproduce il modello di una molecola di cristallo di ferro ingrandita 165 miliardi di volte. Secondo il progetto iniziale la struttura avrebbe dovuto essere demolita al termine di Expo e, invece, al termine della manifestazione fu deciso di mantenerla in piedi.
Sempre a nord del centro cittadino si trova una zona che ben rappresenta i cambiamenti architettonici che hanno portato Bruxelles a sviluppare una propria cultura architettonica: si tratta di Place Charles Rogier, da sempre importante snodo per il trasporto pubblico e ferroviario, dove col tempo sono sorti edifici dalle linee molto interessanti.
Da qui parte la Rue Neuve, la via commerciale più frequentata della città; qui sorge, tra le altre, la Tour Rogier, il grattacielo costruito tra il 2002 ed il 2006 sul sito precedentemente occupato dal Centre International Rogier demolito nel 2001. Annoverata tra le poche torri cittadine ad avere il tetto inclinato, la sua copertura è fatta interamente di vetro. Affacciati sulla piazza scintillano anche i vetri del grattacielo Manhattan Center e quelli del Covent Garden il cui nome è un chiaro omaggio agli Inglesi.
Nella parte orientale di Bruxelles sorge il Quartier Européen (Quartiere Europeo), così chiamato perché accoglie la maggior parte degli organi istituzionali dell’Unione Europea.
In origine quest’area era occupata dal Quartier Léopold, dedicato a re Léopold I che governò il paese tra il 1831 ed il 1865: si trattava di una zona prevalentemente agricola, riqualificata e trasformata in un quartiere caratterizzato da eleganti residenze e abitato da influenti personalità. Con l’avvento della Prima Guerra Mondiale la borghesia abbandonò questa parte della città; terminato il secondo conflitto mondiale partì il progetto per la realizzazione dell’attuale quartiere. Nonostante siano in molti a non reputare particolarmente interessante questa parte di Bruxelles, dal punto di vista architettonico rappresenta senz’altro un punto di rottura con il resto della città e ben si allinea alla tendenza delle metropoli cosmopolite di creare moderni quartieri di vetro e acciaio, dando vita a curiosi giochi strutturali.
Nell’arco di poche centinaia di metri si concentrano i principali edifici simbolo dell’UE. Il centro del quartiere è rappresentato da Rond Point Schuman dove sorge il mastodontico Palais Berlaymont, progettato dall’architetto belga Lucien De Vestele costruito tra il 1961 ed il 1968 per ospitare la sede della Commissione Europea.
C’è poi il Bâtiment Charlemagne, un gigante di vetro e acciaio, che dal 1997 ospita il Parlamento Europeo e che i Belgi hanno ironicamente ribattezzato “Caprice des Dieux” sia per la sua forma ovale, che ricorderebbe quella del celebre formaggio, sia per i costi esorbitanti legati alla sua realizzazione. Un vero “capriccio degli dèi”…
Segue il Bâtiment Europa, la sede del Consiglio Europeo: progettato dal belga Philippe Samyn and Partners, studio di progettazione noto per l’uso massivo di strutture in vetro, acciaio e legno, l’edificio fu realizzato tra il 2005 ed il 2016. La sua peculiarità è quella di avere inglobato una parte del preesistente edificio del Résidence Palace in stile Art Déco, costruito tra il 1923 ed il 1927 su progetto dell’architetto svizzero Michael Polak. Il contrasto stilistico tra i due edifici, espressione di due epoche ben distinte, è netto e crea un effetto davvero curioso.
Il Quartier Européen confina con il grande Parc du Cinquantenaire, 30 ettari di parco delimitato su un lato da un complesso di edifici di fine Ottocento disposti a ferro di cavallo, con al centro l’imponente Arco di Trionfo eretto nel 1905, voluto da re Léopold II per commemorare il 50° anniversario dell’Indipendenza belga.
La città di Bruxelles si divide sostanzialmente in due parti. La “ville basse” (città bassa), irradiandosi dalla meravigliosa Grand-Place, coincide con la zona nella quale si concentrano la maggior parte degli edifici di pregio, delle chiese barocche e dei grandi magazzini in stile Art Nouveau. La “ville haute” (città alta), così chiamata perché posta in cima ad un pendio, corrisponde invece alla zona anticamente abitata dalla classe dirigente filofrancese che da qui sorvegliava la classe proletaria che viveva invece nella zona sottostante. E’ questa la zona degli ampi viali ottocenteschi, dei sontuosi edifici aristocratici, dei prestigiosi (in alcuni casi divertenti) musei.
In tema di musei ce n’è uno la cui facciata cattura decisamente l’attenzione: in Rue Montagne de la Cour si trova infatti l’antico Magasin Old England, opera del 1899 dell’architetto belga Paul Saintenoy e considerato uno degli esempi più belli ed estrosi dello stile Art Nouveau a Bruxelles.
L’edificio, interamente costruito in ferro battuto e vetro, nacque come emporio di una ditta inglese che volle aprire una succursale in città, mentre oggi è la sede del MIM, il Museo degli Strumenti musicali.
Leggermente spostato sorge un altro antico quanto affascinante edificio del 1898 realizzato in stile neogotico: la Pharmacie Anglaise de Charles Delacre.
Nel 1870 il farmacista di Bruxelles Charles Delacre si mise a vendere il cioccolato, all’epoca considerato un efficace medicamento fortificante. Sull’onda dell’enorme successo riscosso, aprì un negozio specializzato in cioccolato proprio adiacente alla sua farmacia. Nel 1873 depositò il marchio Delacre e nel 1891 aprì quella che sarebbe diventata la società Buscuits Delacre.
Sul pendio che divide la “città alta” dalla “città bassa”c’è un punto particolarmente panoramico: si tratta del Mont des Arts (Monte delle Arti), così chiamato da re Léopold II in previsione della costruzione (mai avvenuta) di un museo delle Belle Arti.
E’ un punto particolarmente panoramico, così come altrettanto scenografica è l’ampia scalinata in pietra che dalla piazza con fontane, vialetti e arbusti ben curati scende fino alla sottostante Place de l’Albertine.
Su una delle facciate del Palais de la Dynastie che si affaccia direttamente sul Mont des Arts spicca il monumentale Carillon de Mont des Arts, un orologio a forma di stella a dodici punte progettato per suonare a giorni alterni due melodie molto popolari in Belgio.
Bruxelles è disseminata di elementi Art Nouveau (interi palazzi o anche solo piccoli particolari) e l’ultimo omaggio a questo stile architettonico non può che essere il Monument à Charles Buls (Monumento a Charles Buls), a una manciata di passi dalla Grand-Place.
Dedicato a Charles Buls, uomo politico belga e sindaco di Bruxelles dal 1881 al 1899, questo monumento è una stele in stile Art Nouveau realizzata dallo scultore Victor Rousseau su progetto dell’architetto Victor Horta, massimo esponente di questo stile architettonico in Belgio.
Percorrere in lungo e in largo la città alla scoperta dei suoi tanti tesori mette “un certo appetito”.
In tema di cibo, Bruxelles offre una scelta molto ampia anche se non si può dire di avere vissuto fino in fondo la città senza avere provato almeno una volta alcune sue specialità più famose: a Bruxelles, come del resto in tutto il Belgio, le frites (le patatine fritte) sono una vera “istituzione” (dicono che siano state “inventate” proprio in questo Paese…) e si possono mangiare praticamente ad ogni ora del giorno (e in alcuni casi fino a tarda notte)! Per un pranzo veloce la soluzione perfetta è il tipico croque-monsieur, il sandwich grigliato con prosciutto e formaggio (e con l’aggiunta dell’uovo nella versione croque-madame), accompagnato dall’orgoglio nazionale, la regina incontrastata delle bevande ovvero la birra: anche se non si è appassionati del genere, è praticamente impossibile non assaggiarla almeno una volta! Bionda, rossa, doppio malto…, ce n’è veramente per tutti i gusti!
Dulcis in fundo (è proprio il caso di dirlo), ci sono i dolci e soprattutto lui, il cioccolato! Le chocolateries non si contano e alcune sono talmente eleganti da fare concorrenza alle più prestigiose boutiques dell’alta moda! Ci sono poi le storiche pȃtisseries, le confiseries e i salons de thé nei quali assaggiare le fantastiche (quanto caloriche!) gaufres e i tradizionali speculoos, i biscotti speziati con cannella, chiodi di garofano e cardamomo.
E una giornata interamente dedicata all’architettura (in modo particolare all’Art Nouveau) e al cibo non può trascurare due luoghi iconici di Bruxelles: la storica Maison Dandoy e la Taverne-Restaurant Falstaff dove, seduti ad uno dei tanti tavoli, sembrerà di essere piombati in piena Belle Époque!
Anche questa è Bruxelles!