Alla corte dei Borbone: la Reggia di Caserta
Era il 1750 quando il Re di Napoli Carlo di Borbone, che nel 1759 sarebbe diventato Re di Spagna col nome di Carlo III, volle realizzare una grande e magnifica reggia, tanto bella e grandiosa da poter competere con le altre residenze reali sparse per l’Europa, deciso a dimostrare la grandezza del proprio Regno.
Ritenendo che la città di Napoli non fosse facilmente difendibile in caso di attacco, essendo affacciata direttamente sul mare, la scelta del sito sul quale erigere la splendida residenza reale ricadde quindi sulle pianure casertane, a una ventina di chilometri dalla capitale del Regno.
Per la realizzazione di un’opera così importante il sovrano incaricò l’architetto romano Nicola Salvi, già artefice della Fontana di Trevi, che però rifiutò; venne allora scelto l’estroso architetto e pittore napoletano Luigi Vanvitelli, considerato uno dei maggiori interpreti dello stile Rococò, che progettò una residenza sfavillante e incredibilmente scenografica: la costruzione della residenza reale iniziò il 20 gennaio 1752, giorno in cui Carlo di Borbone compiva gli anni, e per i lavori più pesanti venne utilizzata manodopera proveniente dal Nord Africa (i “Barbareschi”). Purtroppo Vanvitelli non vide mai il completamento del suo progetto in quanto morì nel 1773 mentre la Reggia fu completata solo molti anni dopo, nel 1845, grazie a suo figlio Carlo e all’intervento di altri architetti.
Definita la “Versailles italiana” per alcune similitudini con l’antica residenza reale francese, nel 1997 il Palazzo Reale di Caserta ed il suo Parco sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità: al pari di Versailles, infatti, la Reggia di Caserta è incredibilmente fastosa e da molti è considerata l’ultima grande opera del Barocco italiano.
Ciò che mi colpisce immediatamente mentre Ciccio ed io ci avviciniamo all’ingresso, sono la maestosità e l’imponenza della Reggia che, se raccontata attraverso i numeri, assume proporzioni ancora più incredibili: costata oltre 8 milioni di ducati (l’equivalente odierno di centinaia di miliardi di Euro), la Reggia di Caserta si estende su un’area di 47.000 metri quadrati, entrando di diritto nel novero delle residenze reali più grandi al mondo.
L’edificio a pianta rettangolare misura 247 metri di lunghezza e oltre 180 di larghezza e al suo interno si aprono più di 1200 stanze e 34 scale suddivise su 5 piani: normalmente la Reggia ospitava circa 700 persone tra membri della famiglia reale, corte, servitù e milizia ma gli abitanti potevano arrivare complessivamente a 2000 durante le feste! Inoltre, la luce all’interno della Reggia è garantita da oltre 1700 finestre disposte secondo un ordine rigoroso.
All’entrata Ciccio ed io ci troviamo davanti alle due rampe dello Scalone d’Onore, abbellite da due statue di leoni e tre statue raffiguranti il Merito, la Maestà e la Verità: salire quei gradini è davvero emozionante, tanta è la magnificenza dell’atrio e dello Scalone! Ogni più piccolo particolare esprime sfarzo, lusso ed eleganza!
La Cappella Palatina fu inaugurata alla mezzanotte di Natale del 1784 ed utilizzata dai regnanti per le celebrazioni dei riti sacri: l’abside contiene una grande pittura raffigurante l’Immacolata Concezione di Giuseppe Bonito, unica tela sopravvissuta ai bombardamenti che colpirono Caserta il 27 settembre 1943.
La Sala degli Alabardieri è la prima delle Anticamere che precedono la Sala del Trono.
Segue la Sala delle Guardie del Corpo detta anche Sala di Stucchi per la ricchezza degli stucchi che la decorano.
La terza anticamera è la Sala di Alessandro o Sala di Marmi, vero e proprio anello di congiunzione tra gli ambienti settecenteschi ed ottocenteschi della Reggia. Questa sala era destinata ai “non titolati” e nella volta del soffitto è dipinto il matrimonio di Alessandro Magno e Rossane così come raccontato dallo storico romano di età imperiale Quinto Curzio Rufo nella sua opera “Historiae Alexandri Magni”.
La Sala di Alessandro permette di accedere alla Sala di Marte, utilizzata dal re per ricevere gli uomini di Stato e alla Sala di Astrea, dea della Giustizia, dove il sovrano era appunto solito amministrare la giustizia.
Queste sale anticipavano quella più importante di tutte ovvero la Sala del Trono che, lunga più di 40 metri e illuminata da 6 finestre, ospitava i balli di corte e nella quale, ancora oggi, si trova il trono dorato.
Se l’ala settecentesca del Palazzo, di spiccato gusto Rococò, ospitava le sale di rappresentanza, dette anche Stanze delle Stagioni (per i chiari riferimenti alle quattro stagioni), raffinati spazi affrescati, impreziositi dalle sete di San Leucio e illuminati da lampadari creati a Murano, …
… l’ala ottocentesca era invece contraddistinta da stanze arredate in stile neoclassico, come dimostrano la Camera da letto di Francesco II con il monumentale letto a baldacchino e la Camera da Letto di Gioacchino Murat, entrambe arredate con mobili in stile impero.
Carlo di Borbone era molto religioso e, per questo motivo, particolarmente legato alla tradizione del presepe natalizio (Positano e Amalfi: miti, pirati, naviganti e sirene) inteso come la scena della Natività di Gesù realizzata per la prima volta nel 1223 da San Francesco d’Assisi (San Francesco e il lupo: il “miracolo di Gubbio”), ma arricchita di elementi legati alla vita quotidiana della sua epoca. Per tale motivo, nella Reggia venne realizzato il Presepe Reale di cui oggi è esposta la copia (quello originale venne purtroppo rubato nel 1985 e mai più ritrovato) nella Sala Ellittica: realizzato su una base in sughero detta “Lo scoglio”, il presepe occupa una superficie di 40 metri quadrati ed è allestito utilizzando 1200 figure, le più importanti delle quali sono interamente di terracotta.
Composta da tre grandi ambienti, la Biblioteca Palatina fu voluta dalla Regina Maria Carolina d’Asburgo e raccoglie oltre 10 mila volumi!
Uno dei più importanti è sicuramente la Dichiarazione dei disegni del Real Palazzo di Caserta di Luigi Vanvitelli, con cui l’architetto presentava a Carlo di Borbone il progetto della Reggia. Di fatto, questo documento rappresentò un potente mezzo di propaganda verso le altre corti europee, essendo la dimostrazione dell’importanza che il nuovo regno borbonico stava assumendo.
D’altronde, nsieme agli Asburgo, i Borbone sono stati una delle case reali più importanti d’Europa: questa famiglia ha infatti dato i natali ad alcuni dei sovrani che influenzarono maggiormente la storia europea, da Louis XIV di Francia (noto come Re Sole) passando per Carlo di Napoli fino a Ferdinando II delle Due Sicilie. E Borbone sono anche gli attuali regnanti di Spagna e Lussemburgo!
Guardandosi intorno non è per nulla difficile immaginare cosa dovesse pensare chi varcava la soglia di questa Reggia, vero trionfo di opulenza e sontuosità! Qui tutto racconta la grandezza della famiglia reale dei Borbone!
La Reggia di Caserta, però, non è solo il suo Palazzo ma un ruolo determinante è giocato dal suo altrettanto meraviglioso Parco.
Il Parco copre una superficie di circa 120 ettari ed è lungo 3,3 Km: attraversato da un enorme viale, interrotto solo da vasche e fontane monumentali, il Parco termina con una scenografica cascata, creando un colpo d’occhio da togliere il fiato!
L’approvvigionamento idrico della Reggia e delle sue “reali delizie” (Villa Borromeo Visconti Litta, la villa delle delizie) era ovviamente notevole ed era garantito dall’Acquedotto Carolino (così chiamato in onore del Re): progettato dallo stesso Vanvitelli, l’acquedotto è lungo 41 Km e preleva l’acqua dalle falde del Monte Taburno. Per realizzarlo furono necessari ben 16 anni di lavori durante i quali l’Europa intera guardò all’acquedotto con grande interesse per le implicazioni architettoniche che ingegneristiche. Nel 1996 anche l’Acquedotto Carolino è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
L’aneddoto forse più conosciuto e curioso legato all’acqua e alla Reggia è quello che racconta come, dopo la resa del Re delle Due Sicilie Francesco II di Borbone e la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, i funzionari piemontesi stessero catalogando gli oggetti della Reggia quando si imbatterono in un oggetto mai visto che annotarono come “Strano oggetto sconosciuto a forma di chitarra”. Ebbene, quell’oggetto “misterioso” altro non era che il bidet!
Il Parco è suddiviso in due blocchi: il giardino all’italiana e il giardino all’inglese.
Il giardino all’italiana è caratterizzato da una suddivisione geometrica degli spazi che lo rende particolarmente ordinato: qui infatti, incorniciati da vasti prati verdi, si trovano piante provenienti da tutto il mondo, aiuole squadrate e innumerevoli giochi d’acqua creati grazie alle monumentali fontane.
Per contro, il giardino all’inglese si presenta apparentemente “disordinato”: in realtà, si tratta di un effetto studiato in quanto questa parte del parco doveva essere più “naturale” possibile. Quindi, via libera a corsi d’acqua, laghetti, piante e “rovine architettoniche”, moda quest’ultima nata in seguito alla scoperta di Pompei. Realizzato dal botanico tedesco Johann Andreas Graeffer, fu la Regina Maria Carolina d’Asburgo a volere questa parte del parco, intenzionata a superare la bellezza dei giardini all’inglese del Petit Trianon di Versailles commissionati dalla sorella Maria Antonietta, Regina di Francia.
In ogni tempo, la Reggia di Caserta ha incantato (e continua tuttora) ad incantare i visitatori che, giunti in questo luogo, vengono rapiti dalla sua bellezza e dalla sua magia.
E’ quello che accadde ad esempio allo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe in occasione del suo viaggio in Italia: giunto alla Reggia nel marzo 1787 ne restò talmente ammaliato da descriverla con queste parole: “La posizione è di eccezionale bellezza, nella più lussureggiante piana del mondo, ma con estesi giardini che si prolungano fin sulle colline; un acquedotto v’induce un intero fiume, che abbevera il palazzo e le sue adiacenze […]” (J.W. Goethe, Italienische Reise, 1816).
Arrivando a tempi più recenti, la Reggia è riuscita perfino a stregare il regista statunitense George Lucas che scelse gli interni del Palazzo Reale per girare alcune scene dei film Star Wars: Episode I – The Phantom Menace e Star Wars: Episode II – Attack of the Clones.
La Reggia di Caserta è il simbolo della potenza e della ricchezza della monarchia borbonica: esempio di perfetta sintesi tra stile barocco e neoclassico, è un’opera di eccezionale valore artistico e paesaggistico, un capolavoro architettonico perfettamente integrato con il paesaggio circostante.
One Comment
GIORDANO AUSILIA
Buonasera. Per favore, potrei conoscere le misure perimetrali di ciascun cortile interno, e del perimetro esterno di tutto l’edificio?
Il libro di storia dell’Arte parla di 3800 metri quadrati di area per ogni cortile, che moltiplicato per 4 cortili mi dà 15.200 metri quadrati di area di tutti e quattro i cortili.
Mi occorrerebbero per l’esame di Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Salerno.
Cordialmente, Ausilia Giordano.