Italia,  Lombardia

Villa Borromeo Visconti Litta, la “villa delle delizie”

Lainate_Villa Borromeo Visconti Litta. Il quarto nuovo

Leinate, un giardino pieno di elementi architettonici, di proprietà del Duca Litta, mi è piaciuto … Conviene guardarsi bene dal passeggiare soli a Leinate; il giardino è pieno di getti d’acqua fatti apposta per inzuppare gli spettatori. Posando il piede sul primo gradino di una certa scala, sei getti d’acqua mi sono schizzati tra le gambe” (Marie-Henri Beyle detto Stendahl, Rome, Naples et Florence, 1817).

Villa Litta_Il Ninfeo. Particolare di una fontana.

Con queste parole lo scrittore francese Stendahl descriveva nel proprio diario di viaggio la Villa Borromeo Visconti Litta di Lainate in provincia di Milano, ad oggi riconosciuta come una delle maggiori espressioni del vivere in villa in Lombardia nel XVI e XVII secolo: qui infatti, la nobiltà milanese si trasferiva all’inizio della stagione calda e qui, in compagnia dei propri ospiti, trascorreva le giornate tra chiacchiere, feste, divertimenti e… scherzi d’acqua!

Nel 1417 il conte Vitaliano de’ Borromei affittò dai frati un possedimento comprendente un orto ed un cortile, dando vita al primo nucleo di quella che sarebbe diventata l’odierna villa; oltre un secolo dopo, nel 1585 fu il conte Pirro I Visconti Borromeo, discendente di Vitaliano, a realizzare i giardini e sempre lui ideò il Ninfeo o Palazzo delle Acque. Cultore dell’arte, l’intento di Pirro I fu quello di stupire e divertire il visitatore e per il suo progetto si ispirò alle ville medicee toscane: in questo modo, una semplice “riposteria” di prodotti agricoli divenne un luogo unico, una “villa di delizia” dove organizzare ricevimenti, ospitare intellettuali ed artisti, accogliere personaggi politici di passaggio per Milano. Per raggiungere il suo intentò, Pirro I si rivolse alle migliori maestranze dell’epoca come l’architetto Martino Bassi, che progettò proprio il Ninfeo, ed il pittore Camillo Procaccini, autore di splendidi mosaici realizzati con una particolare tecnica in ciottoli.

Villa Litta_Il Colonnato del Ninfeo

Fu l’ultimo erede della dinastia, il conte Giulio Visconti Borromeo Arese, ad aggiungere nel 1720 quello che è stato chiamato il “Quarto nuovo”, una costruzione in mattoni a vista annessa alla pianta originale della villa. Nella seconda metà del Settecento, poi, suo nipote, il Marchese Pompeo Litta, avviò la sistemazione scenografica del parco con l’aggiunta di fontane monumentali e fece decorare con stucchi ed affreschi le volte e le pareti delle sale. All’inizio del XIX secolo venne aggiunto un boschetto paesaggistico all’inglese, molto in voga in quel periodo, opera dell’architetto e urbanista Luigi Canonica.

Varcato l’ingresso della villa ci accoglie il Cortile Nobile sul quale affacciano due edifici, uno di epoca cinquecentesca ed uno del Settecento. Da questo momento in poi, storia, arte e divertimento diventeranno gli unici protagonisti!

Villa Litta. Il Cortile Nobile. Fronte sud
Villa Litta_Il Palazzo settecentesco affacciato sul Cortile Nobile

La nostra visita comincia dalla Casa Signorile o “Riposteria”, l’edificio cinquecentesco a pianta rettangolare posto sul fondo del cortile Nobile che rappresenta il nucleo più antico di tutto il complesso.

Villa Litta_Il Corridoio degli Archivolti
Villa Litta_Particolare della volta del Corridoio degli Archivolti

Attraversiamo il breve corridoio degli Archivolti circondati da coloratissimi dipinti cinquecenteschi realizzati con la pittura a calce: nelle vele delle volte a crociera scorgiamo figure maschili e femminili rappresentati nelle diverse età della vita mentre lungo le pareti il nostro sguardo incontra monasteri, eremi e rovine.

Villa Litta_Particolare del Corridoio degli Archivolti

Entriamo nella Sala del Camino, così chiamata per la presenza di un camino (appunto!) sulla cui cappa leggiamo la parola “AUGET” ovvero “aumenta”, probabile riferimento alla grandezza della famiglia Visconti Borromeo. Interessante anche il soffitto a volta attribuito al pittore bolognese Camillo Procaccini.

Villa Litta_La Sala del Camino
Villa Litta_Particolare del soffitto della Sala del Camino
Villa Litta_La Sala del Camino

Passiamo quindi nella Sala dei Medoni, così chiamata per le mattonelle originali in cotto della pavimentazione e poi nella Sala degli Specchi che deve il suo nome a due specchiere nella parete di testa e nel cui centro del soffitto campeggia un cartiglio sorretto da angeli con la scritta “OMNIA AB EMPIREO” (Tutto discende dal cielo).

Villa Litta_La Sala dei Medoni
Villa Litta_Particolare della Sala degli Specchi

Saliamo la Scala d’Onore (che, dato il nome, immaginavo ben più imponente) e raggiungiamo il Corridoio delle Statue, dove sono in mostra alcune statue originali del Ninfeo, e la bella Sala Blu, di forma circolare e con decorazioni ottocentesche sul soffitto ed alle pareti.

Villa Litta_La Scala d’Onore
Villa Litta_La Sala Blu
Villa Litta_La Sala Blu
Villa Litta_Il Corridoio delle Statue

Seguono la Sala della Musica, un salone lungo 26 metri ed alto 9 illuminato da due bellissimi lampadari in vetro di Murano nel quale due balconcini contrapposti sorretti da sei figure mitologiche ospitano i musicisti;

Villa Litta_La Sala della Musica
Villa Litta_Particolare di uno dei balconcini della Sala della Musica

la Sala dei Baci così chiamata per le immagini di giovani coppie in atteggiamento affettuoso;

Villa Litta_Particolare del soffitto della Sala dei Baci

la Sala delle Assi con le pareti dipinte in modo da riprodurre assi di legno ed al centro del soffitto la riproduzione di un enorme “pizzo”;

Villa Litta_La Sala delle Assi
Villa Litta_Particolare del soffitto della Sala delle Assi

la Sala del Trucco, che originariamente conteneva il “trucco”, un gioco settecentesco simile al biliardo senza buche.

Villa Litta_Particolare del soffitto della Sala del Trucco
Villa Litta_La Sala del Trucco

La visita del palazzo si conclude con l’arrivo nella stanza che ospita il Museo della Stampa, una esposizione permanente che raccoglie i materiali e gli oggetti che hanno fatto la storia della stampa tipografica come, ad esempio un torchio di manifattura inglese risalente al 1840 e tuttora funzionante. Ci sono anche alcuni esemplari di macchine da scrivere davanti alle quali non posso fare a meno di sorridere: da bambina ho passato interi pomeriggi pigiando sui tasti di un vecchio esemplare che mia mamma aveva usato a scuola…!

Villa Litta_Il Museo della Stampa
Villa Litta_Il Museo della Stampa
Villa Litta_Il Ninfeo

Il vero “gioiello” di Villa Litta è però il suo parco e, in particolare il Ninfeo, il complesso architettonico realizzato tra il 1585 ed il 1589 costituito da sette spazi, tra cui alcune grotte artificiali, e dodici stanze disposte simmetricamente intorno ad un ambiente ottagonale chiamato “Atrio dei Quattro Venti”.

Mentre percorriamo il viale che dal palazzo conduce verso il Ninfeo, non posso fare a meno di ammirare la bellezza e l’imponenza degli alberi secolari intorno a noi: l’autunno, che lentamente avanza, comincia a regalare calde note di giallo e marrone alle loro (ancora) folte chiome.

Villa Litta_Il Parco
Villa Litta_La Torre dell’Acqua

Le sale del Ninfeo si caratterizzano per le loro decorazioni: pareti e pavimenti, infatti, sono interamente ricoperti da mosaici realizzati utilizzando ciottoli tondi bianchi, in quarzo, e neri, in calcare, che creano complicati intrecci di motivi geometrici e floreali ed immagini di creature leggendarie come unicorni, serpenti e cavalli alati. In alcune sale questi incredibili mosaici si estendono sull’intera superficie senza alcuna interruzione creando una sensazione molto “avvolgente”.

Villa Litta_Il Ninfeo. Un mosaico in bianco e nero
Villa Litta_Il Ninfeo. Affreschi e mosaici
Villa Litta_Una sala del Ninfeo
Villa Litta_Il Ninfeo. In una sala sono esposti gli abiti d’epoca.
Villa Litta_Il Ninfeo. Un mosaico policromo

Alcune decorazioni furono realizzate a colori utilizzando ciottoli dipinti a mano uno per uno nelle tonalità del turchese, del terra di Siena, dell’ocra e, nonostante siano passati secoli, le cromie sono tuttora perfettamente visibili.

Villa Litta. Il Ninfeo. Un particolare della grotta 

Le grotte e le nicchie del Ninfeo sono “popolate” da candide statue in stucco e marmo raffiguranti divinità della mitologia greca e romana: nell’”Atrio dei Quattro Venti” incontriamo il dio Mercurio, messaggero degli dèi, circondato da quattro giovani fanciulle personificazione delle stagioni.

Villa Litta_Il Ninfeo. L’Atrio dei Quattro Venti con Mercurio e le Stagioni
Villa Litta_Il Ninfeo. Particolare dell’Atrio dei Quattro Venti
Villa Litta_Il Ninfeo. Aurora e Crepuscolo, destinati a non incontrarsi mai.

Nell’”Atrio del sedilela bella “Aurora” ed il giovane “Crepuscolo” (copie delle statue scolpite da Michelangelo) sono destinati a non incontrarsi mai.

Nascosta nell’emiciclo delle grotte naturali la “Venere al bagno” affiancata dalle Naiadi, le ninfe delle acque, mostra tutta la sua bellezza.

Villa Litta_Il Ninfeo. La grotta mosaicata
Villa Litta_Il Ninfeo. La statua della Venere al bagno

Racconta una divertente storia popolare che chi non aveva accesso alla villa si arrampicava lungo il muro esterno per raggiungere l’unica finestra aperta sulla città, finestra dalla quale riusciva a scorgere in controluce la sagoma sinuosa di Venere della quale, però, poteva vedere solo la schiena ed il “lato B”: agli occhi di quei curiosi, quindi, la dea appariva come un’irresistibile quanto irraggiungibile tentatrice, una “Vegia Tuntona”, espressione dialettale che significa “Vecchia Tentatrice.

Non solo le grotte e le nicchie ma anche le fontane sono decorate con bellissime statue: nella maestosa Fontana di Galatea, realizzata con il pregiato marmo di Candoglia e posta al centro del giardino, la ninfa del mare Galatea è adagiata su una conchiglia in compagnia del dio Eros, chiaro riferimento al mito del tragico amore tra la bellissima giovane ed il pastore Aci, ucciso per gelosia dal ciclope Polifemo. E ancora, nella Fontana del Tritone, posta vicino alle serre della villa, la statua del dio Nettuno ne celebra la sua forza.

Villa Litta_La Fontana di Galatea
Villa Litta_Particolare della Fontana di Galatea

Il tema dell’acqua è quindi l’invisibile filo conduttore di tutta la visita: all’interno del Ninfeo nulla è come sembra! Da un innocuo sedile di pietra può improvvisamente sprigionarsi un vivace getto d’acqua e da un basso gradino, ben nascosto in mezzo ad altri, possono invece sgorgare freschi zampilli di acqua, così come dal soffitto di un atrio o dalle pareti di una grotta possono addirittura cadere un leggero scroscio di pioggia o una vera e propria cascatella!

Villa Litta_La Torre dell’Acqua

E proprio perché nulla è come sembra, anche la Torre dell’Acqua non fa eccezione: collocata su una montagnetta artificiale, questa costruzione ha apparentemente tutte le caratteristiche di un campanile mentre invece è una cisterna per la raccolta dell’acqua, costruita appositamente per far funzionare, attraverso un sistema di rubinetti, le fontane, le cascate e gli “scherzi” presenti nella villa.

La visita è purtroppo terminata ed il cancello del giardino si chiude alle nostre spalle a custodire questo prezioso gioiello. Mai avrei pensato di trovare a pochi passi da Milano un luogo tanto bello, dove l’arte dell’uomo e l’eleganza della natura si fondono armoniosamente dando vita ad una inaspettata magia!

Villa Litta_Il Parco
Villa Litta_Il Ninfeo. Particolare.

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