La stretta strada che corre lungo la sponda occidentale del Lago di Como regala scorci da cartolina che neppure l’intenso traffico riesce a rovinare. In alcuni tratti sembra addirittura di muoversi a pelo d’acqua!
Ad un certo punto, però, la strada si allontana dalla riva e, poco sotto, una lingua di terra fuoriesce dalla roccia e si tuffa nel lago. E’ il Dosso di Lavedo, una piccola penisola boscosa modellata dai ghiacci delle Alpi milioni di anni fa. Si dice che in origine il Dosso di Lavedo fosse una vera e propria isoletta unitasi alla terraferma in seguito a una frana ma non c’è sufficiente certezza sul punto.
Su questo sperone di roccia, in corrispondenza del suo punto più estremo, sorge una vera meraviglia: è la Villa del Balbianello, una maestosa residenza tra le più conosciute del Lago di Como, dal 1988 annoverata tra i beni del FAI(Fondo Ambiente Italiano).
E’ un edificio storico di incredibile bellezza, circondato da un incantevole giardino che, in un alternarsi di saliscendi, arriva dritto fino al lago.
I modi per raggiungere la Villa sono due: dal lago oppure dalla terraferma ed entrambi sono davvero scenografici! Se si ha voglia di camminare, però, vale certamente la pena percorrere la strada pedonale ghiaiata in mezzo al bosco; si rivelerà, infatti, una piacevolissima passeggiata di una decina di minuti all’ombra di alberi altissimi, immersi in un paesaggio davvero rilassante, in compagnia del cinguettio degli uccellini e dello svolazzare delle farfalle. Un “biglietto da visita” di tutto rispetto che prelude all’incanto della Villa.
Verso la fine del Settecento il Cardinale Angelo Maria Durini fece edificare il complesso della villa sui resti di un duecentesco convento francescano di cui restano ancora delle tracce.
Già proprietario della vicina Villa Balbiano, risalente al Cinquecento, il Cardinale trovò in questo luogo il contesto ideale per ricreare il proprio circolo letterario e ospitare invitati illustri. L’idea del Cardinale Durini, infatti, fu quella di realizzare un luogo “di delizie” (Villa Borromeo Visconti Litta, la “villa delle delizie”), espressione quest’ultima che la nobiltà utilizzava per definire le ville che si faceva costruire lontano dalle residenze abituali e nelle quali trascorreva i periodi estivi o di riposo in compagnia di ospiti di riguardo e amici.
Tremezzina_Villa del Balbianello. La Loggia Durini: fu edificata poco più in alto del corpo della villa padronale e rappresenta la vera invenzione architettonica della Villa in quanto fu realizzata allineandola alla penisola. In tal modo dalla Loggia è possibile ammirare contemporaneamente Tremezzina, da un lato, e l’Isola Comacina, dall’altro.
Alla morte del religioso la Villa passò a suo nipoteLuigi Porro Lambertenghi, attivo patriota antiaustriaco, che invitò lo scrittore Silvio Pellico a soggiornarvi in veste di precettore dei suoi figli. Coinvolto nelle cospirazioni che portarono all’arresto di Pellico, nel 1821 Lambertenghi fuggì e vendette la Villa all’amico Giuseppe Arconati Visconti, la cui moglie (Donna Costanza) riuscì a far “rifiorire” questo luogo. Grazie a lei, infatti, Villa Balbianello ricevette nuova linfa, diventando un importante salotto estivo frequentato da letterati, poeti e scrittori; nella casa trovarono inoltre spazio nuovi arredi e libri.
Purtroppo, però, la Villa conobbe un successivo periodo di abbandono che si concluse nel 1919 quando il generale americano Butler Ames acquistò l’immobile e lo fece ristrutturare. Nel 1974 i suoi eredi vendettero la Villa a Guido Monzino, appassionato esploratore e alpinista che ben conosceva il Lago di Como avendo trascorso l’infanzia nella villa di famiglia di Moltrasio.
Esponente della borghesia milanese, Monzino si dedicò anima e corpo alla sistemazione di Villa Balbianello e al suo giardino perché tutto tornasse a risplendere.
Alla sua morte lasciò la Villa in eredità al FAI unitamente al suo prezioso contenuto fatto di arredi, collezioni d’arte e libri.
La Villa del Balbianello rappresenta la perfetta fusione tra architettura e natura: grazie al suo giardino e alla sua posizione unica, la Villa si fonde perfettamente con il lago e il panorama circostante e grazie a un uomo illuminato come Guido Monzino oggi possiamo godere anche noi di tanta meraviglia!