Italia,  Lombardia

Villa del Balbianello, una dimora d’incanto

La stretta strada che corre lungo la sponda occidentale del Lago di Como regala scorci da cartolina che neppure l’intenso traffico riesce a rovinare. In alcuni tratti sembra addirittura di muoversi a pelo d’acqua!

Il Lago di Como

Ad un certo punto, però, la strada si allontana dalla riva e, poco sotto, una lingua di terra fuoriesce dalla roccia e si tuffa nel lago. E’ il Dosso di Lavedo, una piccola penisola boscosa modellata dai ghiacci delle Alpi milioni di anni fa. Si dice che in origine il Dosso di Lavedo fosse una vera e propria isoletta unitasi alla terraferma in seguito a una frana ma non c’è sufficiente certezza sul punto.

Su questo sperone di roccia, in corrispondenza del suo punto più estremo, sorge una vera meraviglia: è la Villa del Balbianello, una maestosa residenza tra le più conosciute del Lago di Como, dal 1988 annoverata tra i beni del FAI (Fondo Ambiente Italiano).

Tremezzina_Villa del Balbianello. Il cancello che accoglie i visitatori in arrivo dal lago.
Tremezzina_Villa del Balbianello: in realtà non si tratta di una singola villa ma di un complesso di due edifici residenziali, una chiesa e un portico in un costante digradare fino alle acque del lago dove c’è il piccolo approdo. La villa padronale presenta una planimetria articolata che si sviluppa su sei piani.
Tremezzina_Villa del Balbianello. Il giardino: il lussureggiante giardino che incornicia la Villa segue un ideale percorso ascensionale che dal molo conduce verso la grande balconata.
Tremezzina_Villa del Balbianello: il suo nome è il vezzeggiativo di Balbiano, il nome di una villa poco distante. Nel Cinquecento la nobile famiglia Giovio, originaria dell’Isola Comacina, iniziò a progettare una villa a Balbiano, località nei pressi di Ossuccio, frazione di Tremezzina. La villa venne completata dal Cardinale Tolomeo Gallio; nel 1787 divenne di proprietà del Cardinale Angelo Maria Durini che la trasformò nella sua nuova “villa di delizie” e vi trasferì la sua ricca biblioteca privata e le sue collezioni d’arte. A questo punto il Cardinale fece costruire sulla vicina Punta di Lavedo una seconda villa, più piccola, destinata ai suoi illustri ospiti. Da qui il nome di Villa del “Balbianello”.

E’ un edificio storico di incredibile bellezza, circondato da un incantevole giardino che, in un alternarsi di saliscendi, arriva dritto fino al lago.

Tremezzina_Villa del Balbianello. Il giardino: secondo il progetto iniziale del Cardinale Durini, la Villa avrebbe dovuto essere circondata da un giardino all’italiana ma la conformazione rocciosa della penisola gli impedì di realizzare la sua idea. Non fu neppure possibile realizzare un giardino all’inglese, quindi si decise di organizzare tutto il giardino in funzione del lago e delle sue coste.
Tremezzina_Villa del Balbianello. Uno scorcio del giardino
Tremezzina_Villa del Balbianello. Il giardino: è caratterizzato dalla presenza di grandi alberi potati “a ombrello” e “a candelabro” che crescono su tappeti erbosi rigogliosi. I viali sono delimitati da siepi a bosso e di lauro nelle quali si inseriscono di tanto in tanto statue di pietra. Sparsi nel parco si possono vedere anche esemplari di magnolie, lecci e cipressi, oltre a cespugli di azalee, rododendri e ortensie.
Tremezzina_Villa del Balbianello. Statua
Tremezzina_Villa del Balbianello. Statua
Tremezzina_Villa del Balbianello. Fiori di Agapanthus
Tremezzina_Villa del Balbianello. Il sentiero che conduce alla Villa.

I modi per raggiungere la Villa sono due: dal lago oppure dalla terraferma ed entrambi sono davvero scenografici! Se si ha voglia di camminare, però, vale certamente la pena percorrere la strada pedonale ghiaiata in mezzo al bosco; si rivelerà, infatti, una piacevolissima passeggiata di una decina di minuti all’ombra di alberi altissimi, immersi in un paesaggio davvero rilassante, in compagnia del cinguettio degli uccellini e dello svolazzare delle farfalle. Un “biglietto da visita” di tutto rispetto che prelude all’incanto della Villa.

Verso la fine del Settecento il Cardinale Angelo Maria Durini fece edificare il complesso della villa sui resti di un duecentesco convento francescano di cui restano ancora delle tracce.

Tremezzina_Villa del Balbianello. Il monastero francescano: dell’antico complesso religioso resta solo la facciata della chiesetta con i due campanili.

Già proprietario della vicina Villa Balbiano, risalente al Cinquecento, il Cardinale trovò in questo luogo il contesto ideale per ricreare il proprio circolo letterario e ospitare invitati illustri. L’idea del Cardinale Durini, infatti, fu quella di realizzare un luogo “di delizie” (Villa Borromeo Visconti Litta, la “villa delle delizie”), espressione quest’ultima che la nobiltà utilizzava per definire le ville che si faceva costruire lontano dalle residenze abituali e nelle quali trascorreva i periodi estivi o di riposo in compagnia di ospiti di riguardo e amici. 

Tremezzina_Villa del Balbianello. La Loggia Durini: fu edificata poco più in alto del corpo della villa padronale e rappresenta la vera invenzione architettonica della Villa in quanto fu realizzata allineandola alla penisola. In tal modo dalla Loggia è possibile ammirare contemporaneamente Tremezzina, da un lato, e l’Isola Comacina, dall’altro.
Tremezzina_Villa del Balbianello. La Loggia Durini. Panorama
Tremezzina_Villa del Balbianello. L’approdo: collocato ai piedi della Villa, gli ospiti salivano la scaletta e venivano accolti dal motto “Fay ce que voudras” (“Fa’ ciò che vuoi”) inciso sul pavimento del portico per volere del Cardinale Durini. Questa frase è tratta dall’opera “La vie de Gargantua et de Pantagruel” di François Rabelais e rappresenta un invito a vivere liberi da condizionamenti. Tra le tante clausole testamentarie legate alla Villa, Guido Monzino ne lasciò una curiosa. Invitò infatti il FAI a mantenere sempre innalzato sul molo del Balbianello il Tricolore italiano, a ricordo delle bandiere che le sue guide alpine fecero sventolare nei vari punti del mondo raggiunti con le spedizioni cui egli stesso partecipò.
Tremezzina_Villa del Balbianello: neppure il cinema è rimasto indifferente alla bellezza di questo luogo che è diventato il set di alcuni celebri film come “007 Casino Royale” e “Star Wars: Episode II – Attack of the Clones”.

Alla morte del religioso la Villa passò a suo nipote Luigi Porro Lambertenghi, attivo patriota antiaustriaco, che invitò lo scrittore Silvio Pellico a soggiornarvi in veste di precettore dei suoi figli. Coinvolto nelle cospirazioni che portarono all’arresto di Pellico, nel 1821 Lambertenghi fuggì e vendette la Villa all’amico Giuseppe Arconati Visconti, la cui moglie (Donna Costanza) riuscì a far “rifiorire” questo luogo. Grazie a lei, infatti, Villa Balbianello ricevette nuova linfa, diventando un importante salotto estivo frequentato da letterati, poeti e scrittori; nella casa trovarono inoltre spazio nuovi arredi e libri.

Tremezzina_Villa del Balbianello. Dalla finestra…

Purtroppo, però, la Villa conobbe un successivo periodo di abbandono che si concluse nel 1919 quando il generale americano Butler Ames acquistò l’immobile e lo fece ristrutturare. Nel 1974 i suoi eredi vendettero la Villa a Guido Monzino, appassionato esploratore e alpinista che ben conosceva il Lago di Como avendo trascorso l’infanzia nella villa di famiglia di Moltrasio.

Tremezzina_Villa del Balbianello. La Loggia Durini: al centro del pavimento è raffigurata una rosa dei venti che, vista la passione del padrone di casa per i viaggi, si pensa servisse a orientare simbolicamente i ritorni di Monzino dalle sue peregrinazioni in giro per il mondo.
Tremezzina_Villa del Balbianello. La Loggia Durini: è costituita da due ambienti simmetrici, separati tra loro da tre arcate rivestite da piante di Ficus Repens sapientemente potate. Da una parte si apre la biblioteca mentre dalla parte opposta si trova la stanza della musica oggi stanza del cartografo.
Tremezzina_Villa del Balbianello. La Biblioteca di Guido Monzino: custodisce un importante quanto prezioso patrimonio letterario dedicato all’alpinismo e alla geografia. Qui sono infatti raccolti circa 4.000 volumi a tema alpinismo e spedizioni polari, collezionati da Monzino nel corso degli anni.
Tremezzina_Villa del Balbianello. La Sala del Cartografo: già Sala della Musica, è l’ambiente della Villa dove il poeta Giuseppe Parini, ospite del Cardinale Durini, trascorse le sue giornate componendo, tra le altre, l’ode “La gratitudine” dedicata proprio al suo ospite. Oggi in questa stanza sono custodite una serie completa di mappe e carte geografiche, molte delle quali appartenute a Guido Monzino.

Esponente della borghesia milanese, Monzino si dedicò anima e corpo alla sistemazione di Villa Balbianello e al suo giardino perché tutto tornasse a risplendere.

Tremezzina_Villa del Balbianello. Il Fumoir: in questa stanza si possono ammirare originali arredi francesi Luigi XV e Luigi XVI oltre a una piccola ma estremamente raffinata collezione di bronzetti rinascimentali italiani. Il pavimento di questo ambiente fu appositamente abbassato per poter inserire la boiserie settecentesca proveniente da un castello francese.

Alla sua morte lasciò la Villa in eredità al FAI unitamente al suo prezioso contenuto fatto di arredi, collezioni d’arte e libri.

Tremezzina_Villa del Balbianello. Il Museo delle Spedizioni di Monzino: collocato nel sottotetto della Villa, ospita le attrezzatture di viaggio, le fotografie, i cimeli dell’esploratore milanese oltre alle onorificenze conseguite. Al centro della stanza si può ammirare una delle otto slitte trainate da cani con cui Monzino raggiunse il Polo Nord nel 1971.
Tremezzina_Villa del Balbianello: tra le pregevoli opere custodite all’interno della Villa vi sono anche una collezione di arazzi fiamminghi, sculture provenienti dall’Africa, terrecotte cinesi, statuette precolombiane e alcuni dipinti su vetro.
Tremezzina_Villa del Balbianello. Interno: gli interni della Villa furono accuratamente arredati da Guido Monzino nel corso degli Anni Settanta.
Tremezzina_Villa del Balbianello. Interno
Tremezzina_Villa del Balbianello. Interno
Tremezzina_Villa del Balbianello. Interno
Tremezzina_Villa del Balbianello. Una statua cinese
Tremezzina_Villa del Balbianello. Interno
Tremezzina_Villa del Balbianello. Interno

La Villa del Balbianello rappresenta la perfetta fusione tra architettura e natura: grazie al suo giardino e alla sua posizione unica, la Villa si fonde perfettamente con il lago e il panorama circostante e grazie a un uomo illuminato come Guido Monzino oggi possiamo godere anche noi di tanta meraviglia!

Tremezzina_Villa del Balbianello. Panorama

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