La Côte Fleurie, mondanità in riva al mare
Nella regione francese della Normandia, affacciata sulla Manica, si trova la Côte Fleurie (Costa Fiorita), un tratto di costa caratterizzato dalla presenza di alcune tra le località balneari più mondane della Francia, piccoli centri di villeggiatura che hanno saputo ammaliare personaggi celebri europei ed americani: fin dalla seconda metà dell’Ottocento, infatti, scrittori, politici, attori, registi hanno frequentato Cabourg, Deauville, Honfleur e ne sono rimasti letteralmente stregati! Perché questo angolo di Francia ha quello che qui chiamano quel certo “je-ne-sais-quoi”, quel “qualcosa” di indefinito e indefinibile dal gusto un po’ retrò che mantiene inalterato il suo fascino a dispetto del passare del tempo.
Prima di avventurarsi lungo la Côte Fleurie, però, c’è un’unica avvertenza da seguire: meglio “attrezzarsi” di ombrello e cerata di ordinanza perché, anche nel pieno dell’estate, è facile ritrovarsi nel mezzo di un bell’acquazzone!
Cabourg è una signorile e tranquilla cittadina situata nel dipartimento francese del Calvados in corrispondenza dell’estuario del fiume Dives: si tratta di una elegante stazione balneare celebrata con il nome di Balbec dallo scrittore francese Marcel Proust nel suo capolavoro “À la recherche du temps perdu” (Alla ricerca del tempo perduto).
Nel 1825 la costa normanna era conosciuta e frequentata dalle persone che dovevano sottoporsi a cure termali e bagni di sole per curare le più svariate malattie e, a quell’epoca, Cabourg era solo un piccolo villaggio di pescatori e contadini, ma già nel 1854 la cittadina era si era trasformata in una rinomata stazione balneare. Tutto questo accadde grazie a Henri Durand-Morimbau, visionario uomo d’affari e avvocato parigino che si rivolse a un architetto della città di Caen per fargli realizzare un tracciato cittadino che avesse la forma di un teatro greco-romano. E in effetti, osservando la pianta di Cabourg ci si rende facilmente conto di come dal Casinò le strade si irradino a formare un reticolato che ricorda molto la pianta di un anfiteatro.
La stazione balneare di Cabourg venne inaugurata il 15 agosto 1855 e nel 1862 Henri Durand-Morimbau fece costruire l’Hôtel de la Plage nei pressi del Casinò e delle spiagge per ospitare i sempre più numerosi turisti e villeggianti. Sempre in quel periodo sorsero anche le bellissime ville dell’aristocrazia e dell’alta borghesia parigina e Cabourg diventò così a tutti gli effetti una località balneare molto amata dalla gente del “bel mondo”!
Tra il 1907 e il 1914 Marcel Proust scelse Cabourg come suo luogo abituale di villeggiatura: che fosse per una quindicina di giorni soltanto o per periodi più lunghi, Proust era solito alloggiare al Grand Hôtel. Innamorato di questa piacevole cittadina, Proust scelse Cabourg e i suoi dintorni per ambientarvi le storie del suo romanzo più famoso. Per chi ha letto “À la recherche du temps perdu”, quindi, non sarà certo difficile ritrovare un po’ dappertutto il mondo di Marcel Proust…
Sviluppatasi attorno al Grand Hôtel e al Casinò, Cabourg offre un elegante quanto suggestivo lungomare (il Boulevard des Anglais da non confondere con la Promenade des Anglais di Nizza!), una bella spiaggia di sabbia fine lunga 4 Km e una passeggiata romantica chiamata, guarda caso, Promenade Marcel Proust.
Cabourg è stilosa, fascinosamente Belle Époque!
Decisamente più vivace è invece la vicina cittadina di Deauville, vera star del litorale della Côte Fleurie!
Ancor più mondana e raffinata della sua “gemella” Trouville-sur-mer, dalla quale è separata solo da un ponte, e della vicina Cabourg, Deauville si sviluppò come località balneare nella seconda metà del XIX secolo quando cominciarono a spuntare bellissime ville in stile anglo-normanno e alsaziano.
Nel 1864 il duca Charles de Morny, fratellastro di Napoleone III e grande appassionato di cavalli, vi fece costruire l’Hippodrome, dalle cui tribune la nobiltà europea assisteva alle corse ippiche, appuntamento che in breve tempo diventò imperdibile. Nel 1912 furono infine costruiti il Casinò e l’Hôtel Barrière Le Normandy.
Per tutto il Novecento Deauville fu la meta preferita per le vacanze del jet set e delle star internazionali del cinema! La lista delle celebrities passate per Deauville è davvero lunghissima! La stilista francese Coco Chanel, che qui aprì una boutique nel 1913, il Primo Ministro britannico Winston Churchill, il regista francese Claude Lelouche, che nel 1966 scelse Deauville per ambientarvi il suo film “Un homme et une femme” (Un uomo, una donna), gli Americani Sydney Pollack e Michael Douglas (solo per citarne alcuni).
Certo, osservandola oggi così mondana e ricca, si fatica a credere che in origine Deauville fosse solo un piccolo villaggio agricolo situato sul Mont Canisy, una collina prospicente il mare…
A suggellare lo stretto legame tra Deauville e il cinema americano è addirittura stato creato un festival ad hoc: si tratta del Festival du cinéma américain che dal 1975 si svolge puntuale ogni anno. Nata come rassegna cinematografica non competitiva, nel corso degli anni è invece diventata una gara a tutti gli effetti.
Deauville è una cittadina elegante, con boutiques esclusive aperte all’interno di incantevoli edifici a graticcio: particolarmente bella è la costruzione che ospita il Municipio, dalle linee tipicamente alsaziane, linee che si ritrovano peraltro nella maggior parte delle case di Deauville.
Ma la raffinatezza di questa rinomata località balneare passa anche e soprattutto per la sua spiaggia, una delle più conosciute e apprezzate della Normandia, punteggiata da decine di ombrelloni colorati: emblema di Deauville è la Promenade des Planches (o più semplicemente Les Planches), la lunga passeggiata caratterizzata dalla pavimentazione in assi di legno che costeggia la spiaggia per tutta la sua lunghezza.
A Deauville si respirano eleganza e ricchezza e passeggiando per il suo centro, tra lussuosi negozi e rinomati hotel, è davvero facile sentirsi, anche se solo per un attimo, una vera celebrità!
Se Cabourg e Deauville sono il simbolo della borghesia amante delle corse dei cavalli e dei casinò, per Honfleur vale invece un altro discorso.
Situata sulla riva meridionale dell’estuario della Senna, il suo nome avrebbe origini vichinghe che risalirebbero all’XI secolo: data la sua posizione privilegiata Honfleur divenne da subito un fondamentale punto difensivo del fiume Senna oltre che un importante porto. Città marittima, roccaforte militare, luogo amato dagli artisti… i volti di Honfleur sono davvero molteplici e l’aspetto più interessante è che questa graziosa cittadina conserva intatte numerose testimonianze del suo ricco passato.
Una volta arrivati ad Honfleur è impossibile non lasciarsi sedurre!
Ridente cittadina caratterizzata da stretti vicoli e antiche case in pietra con i tetti di ardesia, il punto focale di Honfleur è il Vieux-Bassin, il vecchio porto incorniciato da edifici colorati che ospitano ristoranti e piccole locande. Osservando questo angolo da cartolina si capisce immediatamente perché Courbet, Monet e Boudin abbiano trovato in Honfleur un’incredibile fonte di ispirazione: le sagome delle barche riflesse sulle placide acque del Vieux-Bassin, il cielo azzurro percorso da candide nuvole…
Il cuore cittadino è rappresentato da Place Sainte-Catherine, una bella piazza situata praticamente a ridosso del Vieux-Bassin e costellata di bar, negozietti e ristoranti, che il sabato mattina vivacizza ulteriormente con il mercato settimanale.
Sulla piazza si trova l’Église Sainte-Catherine che ha la particolarità (piuttosto rara in Francia) di essere costruita interamente in legno.
Risalente al XV secolo, questa chiesa presenta un tetto doppio che, visto all’interno, ricorda lo scafo rovesciato di una nave in onore della vocazione marinara della cittadina.
Un’altra caratteristica di questa chiesa è il suo campanile che è staccato dall’edificio principale.
Honfleur è un vero gioiellino che trasmette tutto il fascino e l’autenticità delle cittadine portuali: il via vai delle imbarcazioni, le strette stradine acciottolate, il vociare della gente…
Seduti al tavolino di un restaurant, sorseggiando un bicchiere di Calvados o di sidro, non c’è niente di meglio che abbracciare con lo sguardo il Vieux-Bassin e i suoi colori. E, a un certo punto, si proverà la strana sensazione di essere in una tela impressionista.