Italia,  Sardegna

La costa ovest della Sardegna: sulle tracce dei Fenici tra Bosa a Tharros

La costa nord occidentale della Sardegna (Sardegna: l’isola che ti resta nel cuore), quel lungo tratto che dall’estrema punta di Stintino (Stintino ed Alghero: a spasso tra natura e storia!) corre fino a Oristano, è una parte dell’isola (forse) ancora meno conosciuta dal turismo di massa. L’entroterra è punteggiato da piccoli comuni e frazioni e il litorale è un susseguirsi di spiagge e calette non sempre facilmente raggiungibili.

Percorrere la SP 49 che collega la mondana città di Alghero al borgo di Bosa è un’esperienza incredibile: poco meno di 50 km all’insegna di curve a strapiombo sul mare! E’ una strada panoramica che, non c’è che dire, mette a dura prova lo stomaco… Il paesaggio però è talmente bello che vale un pastiglia per il mal d’auto!

Con i suoi 8.000 abitanti (di cui circa 2.000 nel centro storico) Bosa è annoverato tra I Borghi più belli d’Italia. Il suo nome, il cui significato non è noto, sarebbe di origine fenicia e risalirebbe addirittura al IX-VIII secolo a.C.!

Bosa

Nonostante sorga su un’altura, la vita di Bosa è caratterizzata soprattutto dall’acqua, quella del fiume Temo, unico corso d’acqua navigabile della Sardegna, che attraversa il centro storico cittadino, e quella del mare. Così, in questa inusuale convivenza di acqua dolce e salata, l’attività del pastore è cresciuta insieme a quella del pescatore.

Bosa e il fiume Temo
Bosa_Un vicolo del quartiere Sa Costa
Bosa_Le case colorate del quartiere Sa Costa

Il quartiere più caratteristico di Bosa è quello di Sa Costa dove le case colorate si susseguono una dopo l’altra e si inerpicano fino alle pendici del Colle di Serravalle dominato dal Castello Malaspina. Questo quartiere nacque in circa due secoli mano a mano che gli abitanti di Bosa si trasferirono sotto la fortezza per riceverne la protezione in caso di attacco da parte dei Saraceni.

Bosa_Uno scorcio del centro storico

 

 

 

 

 

 

 

 

Bosa_La Cattedrale dell’Immacolata Concezione: a dispetto del suo aspetto attuale di gusto ottocentesco, il primo nucleo risalirebbe al XII secolo. Questa chiesa divenne cattedrale a discapito della più antica Chiesa di San Pietro Extra Muros, santuario di epoca romanica che si trova qualche chilometro fuori dal centro abitato, nel luogo in cui fu fondata l’antica Bosa.
Bosa_Il lungo fiume e le sue barche
Bosa_Il Castello Malaspina

Costruito nel 1112 dalla potente famiglia toscana dei Malaspina, il Castello di Serravalle (o dei Malaspina) nasconderebbe un macabro segreto.

Bosa_Il Castello Malaspina. L’ingresso al castello
Bosa_Il Castello Malaspina: anche se nel tempo la fortezza ha subito diversi interventi di ristrutturazione, si può affermare che il castello conserva inalterata la sua struttura originaria.

Narra infatti una leggenda che il geloso quanto collerico marchese Malaspina avesse fatto realizzare un sottopasso per collegare il castello direttamente alla cattedrale cittadina in modo che la sua sposa non potesse essere vista da occhi indiscreti mentre si recava a Messa. Un giorno, convinto di essere stato tradito, il marchese avrebbe tagliato le dita di entrambe le mani della sua giovane sposa, lasciandola esanime a terra e conservando il macabro trofeo nel proprio fazzoletto. Da allora, lo spirito della bella marchesa vagherebbe senza pace nel luogo in cui si compì il terribile fatto. Ma la leggenda non si ferma qui. Qualche ora più tardi, mentre era in compagnia di alcuni amici, il marchese avrebbe estratto quello stesso fazzoletto dalla tasca facendo scivolare a terra le dita della moglie. L’orrore e il disgusto dei presenti sarebbero stati tali da lasciarli letteralmente pietrificati!

Bosa_Il Castello Malaspina: panorama sulla città
Bosa_Il Castello Malaspina: panorama

Dopo aver sentito questo racconto, salendo la ripida scalinata che conduce fino al castello, non si potrà fare a meno di guardarlo con occhi diversi….

Oltre che dalla graziosa Bosa, però, la presenza fenicia in Sardegna è testimoniata da un altro luogo. Circa 70 Km più a sud, in corrispondenza della punta dove comincia il Golfo di Oristano, sorge infatti l’area archeologica di Tharros, zona di straordinaria bellezza e di inestimabile valore storico.

Tharros_L’area archeologica vista dall’alto

Ubicata nell’estremità meridionale della Penisola del Sinis, la città di Tharros fu fondata tra l’VIII e il VII secolo a.C. dalla popolazione fenicia sull’area precedentemente occupata da un villaggio nuragico, tant’é che sulla collina chiamata Su Murru Mannu (in sardo “Il Grande Muso”), una delle tre alture sulle quali sorgeva Tharros, sono ancora oggi visibili i resti di un villaggio dell’eta del bronzo.

Tharros_Antichi resti
Tharros_Antichi resti

Con la dominazione cartaginese, Tharros venne fortificata e conobbe un’epoca di ricchezza economica favorita dall’intensificarsi degli scambi commerciali con l’Africa, la penisola iberica e la Massalia (l’attuale Provenza). Conquistata da Roma nel 238 a.C., durante l’età imperiale la città di Tharros venne ammodernata con la costruzione di un acquedotto, delle terme e la sistemazione della rete stradale.

Governata dai Vandali prima e dai Bizantini poi, Tharros conobbe le incursioni delle popolazioni arabe che ne portarono al progressivo spopolamento intorno alla prima metà dell’XI secolo. Secondo un antico detto sardo, la città di Oristano sarebbe stata fondata utilizzando materiali e resti provenienti dall’antica Tharros ormai completamente abbandonata.

Tharros_Antica strada romana

Camminare tra i resti della zona archeologica di Tharros significa entrare in un grande museo a cielo aperto affacciato sul mare! Tharros raccoglie in sé circa duemila anni di storia e questa sua caratteristica lo rende un luogo affascinante ma complesso al tempo stesso.

Tharros_Il Tempio Tetrastilo: è giunta fino a noi una parte del basamento rettangolare in pietra arenaria mentre la cella è andata completamente distrutta.

Il punto più celebre di Tharros è senza dubbio il Tempio Tetrastilo: si tratta di una struttura rinvenuta negli Anni Cinquanta e molto probabilmente riconducibile al I secolo a.C.

Tharros_L’Acquedotto e il Castellum Aquae: nella parte bassa della fotografia è visibile quello che resta dell’antico castellum aquae, una struttura quadrata situata al centro della città tra il cardo maximus e il decumano, costruita all’esterno con un’alternanza di due filari di blocchetti in arenaria e due di mattoni e all’interno in laterizi.

Oltre a questo tempio, però, il sito archeologico custodisce altri interessanti resti di edifici pubblici e privati (che vanno dall’epoca punica a quella bizantina), di due necropoli, di diversi templi, delle terme, dell’acquedotto romano e del castellum aquae.

Tharros_Le Terme n.1: il complesso fu rinvenuto verso la metà degli Anni Cinquanta. Il grande edificio è databile II secolo d.C. ed era costruito in mattoni negli ambienti caldi e in blocchetti di arenaria alternati a mattoni negli altri vani. Le terme comprendevano uno spogliatoio, tre zone riscaldate (un tepidarium e due calidaria), due fornaci per il riscaldamento e vari ambienti di servizio. In età medievale, le terme subirono numerosi interventi di risistemazione che ne modificarono l’aspetto e la funzione.

Essendo un sito piuttosto esteso e “stratificato” (i resti appartengono infatti a epoche e popolazioni diverse), per godersi appieno la visita la cosa migliore da fare è senz’altro quella affidarsi a una brava guida.

A rendere così speciale Tharros contribuisce anche il luogo in cui sorge la zona archeologica: ci troviamo infatti nella Penisola del Sinis, un lembo di terra che si allunga nel mare turchese.

Penisola del Sinis_Capo San Marco
Penisola del Sinis_La Torre di San Giovanni: così chiamata per la sua vicinanza alla Chiesa di San Giovanni di Sinis, questa torre fu costruita tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo sulla sommità dell’altura (50 m s.l.m.) che sovrasta l’area archeologica di Tharros. E’ di dimensioni notevoli e in origine era armata con cannoni e presidiata da una guarnigione di soldati. Si pensa che la torre sia stata costruita sui resti di un nuraghe e di una torre punica utilizzando le pietre di Tharros.
Penisola del Sinis_Panorama
Penisola del Sinis_La Torre di San Marco o Torre Vecchia: posta a protezione dell’area, questa torre è situata lungo la costa orientale del Capo S. Marco. Ha forma troncoconica (alla base il diametro misura 7,55 metri mentre alla sommità è di 7,25 metri) ed è alta 8,70 metri. Vi si accedeva direttamente alla terrazza tramite una scala in corda o a pioli che in caso di pericolo poteva essere facilmente rimossa dal personale di guardia.

E’ evidente che sbaglia chi pensa che la Sardegna sia solo mare e civiltà nuragiche perché nella realtà questa grande isola ha molto da offrire dal punto di vista storico, abbracciando epoche tra loro molto diverse e lontane. Insomma, è proprio il caso di dire che “Oltre ai misteriosi nuraghi c’è molto di più“! Dall’archeologia classica a quella industriale (Sardegna, archeologia industriale e mitologia), infatti, i siti e i luoghi da visitare sono davvero numerosi ed hanno un “plus” unico e invidiabile ovvero il panorama mozzafiato che li circonda!

Penisola del Sinis_Panorama

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