Il Marocco di Lawrence d’Arabia
Chi l’avrebbe mai detto! Anche il Marocco può vantare la sua Hollywood (o la sua Cinecittà, per chi non rinuncia al Made in Italy)!
Nella valle del fiume Dadès, a ridosso del Sahara, sorge infatti la cittadina di Ouarzazate che, cresciuta negli Anni Venti durante il colonialismo francese, nel tempo ha fatto da sfondo a set cinematografici di tutto rispetto tra i quali il pluripremiato Lawrence d’Arabia! Come dimenticare il carismatico tenente Thomas Edward Lawrence che, vestito di bianco, in sella ad un dromedario solca le rosse dune del deserto sulle meravigliose note del compositore Maurice Jarre…. Quindi non c’è da stupirsi se, arrivando a Ouarzazate, si ha come l’impressione di averla già vista da qualche parte…
La Kasbah di Taourirt, ormai disabitata da ormai tantissimi anni, è tra le meglio conservate del Marocco ed è stata utilizzata come ambientazione in numerose pellicole.
Costruita col fango e la paglia, questa imponente costruzione di un bel colore ocra è a lungo appartenuta alla potente famiglia berbera dei Glaoui (Marocco, l’Alto Atlante e la dimora del Pascià). Il suo aspetto esteriore è piuttosto severo, come del resto si addice ad un palazzo fortificato, mentre il suo interno è incredibilmente sfarzoso: pareti impreziosite da archi, stucchi, piastrelle smaltate, soffitti in legno di cedro dipinto! Al tempo della famiglia Glaoui le stanze più belle erano ovviamente riservate al Pascià, alle sue mogli ed alle sue concubine mentre gli ambienti più modesti venivano invece utilizzati dalla servitù.
Oggi il palazzo non è più abitato ma intorno a lui “fioriscono” piccole attività artigianali dove è bello fermarsi a curiosare un po’: tra vasi di terracotta, tappeti e quadri si possono trovare articoli curiosi e ben fatti.
Ad una trentina di chilometri di distanza dalla Kasbah di Taourirt sorge un’altra città fortificata, quella di Ait Ben Haddou, dichiarata Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.
Dopo avere percorso piste polverose immerse in un mare di silenzio e di assoluto nulla, fa la sua comparsa, come fosse un miraggio, lo ksar.
La città è un agglomerato di case in mattoni di fango rossi costruito dove anticamente passavano le rotte carovaniere tra il Sahara e la città di Marrakech. Oggi, al suo interno, accanto ai negozi di artigianato, resistono ancora alcune abitazioni e ciò che lo rende un posto unico è il fatto di essere uno dei migliori esempi di architettura marocchina in argilla e terracotta.
Le costruzioni hanno lo stesso colore della terra e il verde dei palmenti e della vegetazione che cresce lungo il letto del fiume Asif Ounila è più brillante che mai!
Attraversare la valle del fiume Draa, il più lungo ed importante del Marocco nel cui corso confluiscono anche le acque del fiume Dadès, è un’esperienza difficile da dimenticare per i panorami mozzafiato che si susseguono: pianure sassose, … montagne brulle ed inospitali, …
…distese infinite di palmeti dove sorgono piccoli villaggi nei quali la vita scorre tranquilla.
E poi, lungo le piste desertiche che corrono verso sud e che finiscono dove comincia il Sahara, un’inaspettata quanto sorprendente scoperta: incastonati nelle rocce nere arse dal sole emergono fossili di Nautilus ed altre creature marine estinte migliaia di anni fa. Sembra incredibile ma dove oggi ci sono soltanto rocce e deserto, in una lontanissima era geologica c’era il mare!
All’orizzonte cominciano ad intravedersi le prime dune sinuose del Sahara: il confine delle terre abitate è ormai superato.
… Un campo tendato…
… Sulla sabbia le orme lasciate da un homme bleu.
Da questo punto comincia la terra del silenzio.