Africa,  Marocco

Marrakech, tradizione e modernità

Penso a Marrakech e l’immagine che mi viene subito in mente è quella della sua celebre piazza, Jemaa-el-Fna che, prima del nostro viaggio in Marocco, avevo visto immortalata in centinaia di fotografie, oltre che in alcune scene del film “L’uomo che sapeva troppo” (The Man Who Knew Too Much) diretto dal “maestro del brivido” Alfred Hitchcock nel 1956.

Dichiarata dall’UNESCO Patrimonio orale ed immateriale dell’Umanità nel 2001, ero entusiasta all’idea che l’avrei finalmente vista “dal vivo” ma, purtroppo, inizialmente non mi ha particolarmente colpita.

Architettonicamente non è nulla di che, anzi direi che è un luogo piuttosto “anonimo”: un immenso spazio pavimentato ed assolato il cui perimetro è delimitato da bassi edifici che ospitano ristoranti, negozi e botteghe.

Marrakech_La piazza Jemaa-el-Fna
Marrakech_La piazza Jemaa-el-Fna

Al centro, commercianti di ogni genere cercano di avvicinare i turisti per vendere loro qualcosa. Anche in Marocco, come in altri Paesi dell’Africa settentrionale, mercanteggiare il prezzo è una vera e propria arte, tanto che il non farlo è considerato al pari di un’offesa: io non ne sono assolutamente capace ma mi rendo conto chi ama questo tipo di “sfida”, su questa piazza trova pane per i suoi denti!

Forse sarà stato il momento sbagliato della giornata ma nulla in quella piazza giustificava le descrizioni entusiastiche che avevo letto e che mi erano state fatte da chi c’era già stato. Seppure un po’ delusa, in fondo in fondo, sapevo che Marrakech e la sua piazza mi avrebbero riservato qualche sorpresa e, infatti, alla fine ho avuto ragione a fidarmi di quella vocina… Era solo questione di avere un po’ di pazienza…

In realtà l’intera città di Marrakech ha saputo sorprendermi: vivace ed affascinante, i suoi quartieri ed i suoi edifici storici sono l’espressione delle sue due anime. A Marrakech , infatti, tradizione e modernità convivono l’una accanto all’altra!

La Medina (Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1985) ed il suo enorme souk sono il cuore storico della città oltre che il suo volto commerciale.

Marrakech_L’ingresso della Medina, la città antica
Marrakech_La Medina è una zona della città molto vivace e colorata
Marrakech_Le mura della Medina
Marrakech_La vivace confusione della Medina 

Costituita da un intricato dedalo di strette vie, perdersi tra i suoi mille colori, odori e sapori è stata un’esperienza fantastica: il luccichio degli argenti, il profumo del cuoio, l’odore intenso della lana dei tappeti… Le babbucce dalle tinte vivaci, le tajine di terracotta dipinta, le spezie profumate…

Marrakech_Uno stretto vicolo all’interno della Medina
Marrakech_Nella Medina si trovano tante attività commerciali
Marrakech_Nella visita della Medina non può mancare una tappa al souk
Marrakech_La Medina. Il souk è il mercato cittadino nel quale si riesce a trovare praticamente tutto!
Marrakech_La Medina. I negozi di ceramiche del souk sono un’esplosione di colori!
Marrakech_La Medina. La tajine è il caratteristico piatto di terracotta, a volte anche smaltato, nel quale vengono cotti la carne o il pesce in umido. La pietanza prende il nome proprio dal recipiente nel quale viene cotta.
Marrakech_La Medina. Nel souk è facile trovare le bellissime lampade in bronzo tipiche dell’artigianato marocchino.
Marrakech_La Medina. E argento sia!

Passeggiando per i vicoli della Medina, poi, mi sono fermata davanti ad ogni portone, ad ogni decoro e ad ogni maiolica per ammirarne la raffinata fattura ed i vividi colori.

Marrakech_La Medina. Passeggiando per la città antica si incontrano bellissimi portoni colorati.
Marrakech_La Medina. Gli ingressi dei palazzi sono spesso abbelliti da preziose maioliche.
Marrakech_La Medina. Rosso e blu 

La Moschea della Kutubiyya è il simbolo religioso di Marrakech: risalente al 1120 circa, l’edificio si affaccia sul Parco Lalla Hasna, circondato da alte palme, canali e grandi spazi verdi. Visto da lontano, il suo minareto, costruito in pietra arenaria ed alto 69 metri, sembrava vegliare sulla città.

Marrakech_Il minareto della Moschea della Kutubiyya si specchia ne canali del Parco Lalla Hasna 

Il Palazzo El Badi, le Tombe Sa’diane, il padiglione all’interno dei Giardini Menara sono invece la testimonianza della grandezza raggiunta dalla città imperiale durante la dinastia Sa’adiana: le decorazioni e gli stucchi delle Tombe Sa’diane sono di incredibile bellezza mentre della struttura originaria del Palazzo El Badi sono rimaste solo le rovine.

Marrakech_I Giardini Menara. All’interno dei giardini si trova un padiglione, affacciato su una piscina, risalente al XVI secolo e costruito dalla dinastia Sa’diana
Marrakech_Le Tombe Sa’diane
Marrakech_Le Tombe Sa’diane. L’interno di una tomba 
Marrakech_Il Palazzo El Badi. Uno scorcio dell’interno.
Marrakech_Il Palazzo El Badi. Costruito nel 1578 dal sultano Sa’diano Ahmad al-Mansur al-Dhahab, dell’antico edificio restano oggi solo le rovine.
Marrakech_Il Palazzo El Badi

Eppure anche quest’ultimo conserva ancora il fascino dell’antico splendore. E poi, salire in cima ad una delle terrazze e poter ammirare la Medina da un diverso punto di vista è stato veramente bello!

Marrakech_La città vista dalla terrazza del Palazzo El Badi
Marrakech_Una colonia di cicogne ha scelto la Medina come casa.

Espressione della storia e della tradizione architettonica di Marrakech, il Palazzo El Bahia, antica residenza del visir (il consigliere politico e religioso del sultano), mi ha accolta al suo interno svelandomi i suoi lussureggianti giardini di piante di ibisco, arancio e gelsomino, e le sue stanze riccamente decorate con pregiati legni intagliati, marmi e stucchi.

Marrakech_Il Palazzo El Bahia è considerato un capolavoro dell’architettura tradizionale  marocchina 
Marrakech_Il Palazzo El Bahia. Uno scorcio dell’interno

E’ invece un’altra Marrakech quella del quartiere di Hivernage che, insieme a quelli della Palmeraie e di Gueliz, rappresenta la parte moderna della città. Nato nel 1914 su progetto dell’architetto urbanista francese Henri Prost, a Hivernage ho avuto l’impressione di trovarmi in una città europea.

Marrakech_Il quartiere di Hivernage by night

Lungo il bel viale intitolato al sovrano Mohammed VI sorgono infatti complessi residenziali di recente costruzione, eleganti alberghi, centri commerciali, banche ed uffici; qui la sera Ciccio ed io abbiamo visto costose automobili  parcheggiate davanti ai locali alla moda e ragazze e ragazzi, vestiti “all’occidentale”, divertirsi nello stesso modo dei loro coetanei europei.

E’ stato solo dopo avere scoperto Marrakech che, ritornando in piazza Jemaa-el-Fna ne ho finalmente compresa l’unicità: Jemaa-el-Fna non è una semplice piazza ma è in realtà un vero e proprio “spazio culturale” a cielo aperto, il luogo dove l’essenza delle tradizioni trova la sua massima espressione!

Marrakech_Piazza Jemaa-el-Fna. Musicista
Marrakech_Piazza Jemaa-el-Fna. Venditore ambulante

Qui si concentra l’incredibile varietà di merci, di arti e di mestieri di cui è fatta la cultura popolare marocchina: venditori di datteri, di stoffe, di spezie, di acqua,… di denti e dentiere! Decoratori che usano l’henné, erboristi, suonatori, danzatori,  incantatori di serpenti, ammaestratori di scimmie… Un intero universo variopinto e chiassoso raccolto in una piazza!

Marrakech_Piazza Jemaa-el-Fna. Dentiere

A Jemaa-el-Fna le voci si mescolano con la musica; il rumore degli zoccoli di asini e cavalli si confonde con quello dei motorini sgangherati e delle auto che sfrecciano tutto intorno; la lingua araba si confonde con il suono di lingue diverse e lontane, parlate dai tantissimi turisti che si aggirano per la piazza ed affollano negozi, hotel, bar e ristoranti. Mano a mano che passano le ore e si avvicina la sera, la piazza lentamente si trasforma.

Marrakech_Piazza Jemaa-el-Fna by night

Ed è quando il cielo è ormai quasi completamente buio che la metamorfosi si conclude: i venditori, i cantastorie, i danzatori ed i maghi cedono il posto a decine e decine di bancarelle alimentari; nell’aria il profumo dolce degli agrumi e delle spezie lascia il posto all’odore più acre del fumo che si alza dalle braci sulle quali sfrigolano i pezzi di carne; la piazza si riempie di nuova gente: abitanti e turisti si mescolano tra loro per l’ennesima volta, alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa in compagnia.

Marrakech_Piazza Jemaa-el-Fna dopo il tramonto è l’immagine più iconica della città

Le parole dello scrittore spagnolo Juan Goytisolo, che dal 1996 al 2017, anno della sua morte, visse a Marrakech, sono la perfetta sintesi di questo luogo: “Lo spettacolo di Jamaa el Fna viene ripetuto quotidianamente e ogni giorno è differente. Tutto cambia – le voci, i suoni, i gesti, il pubblico che vede, ascolta, odora, assaggia, tocca. La tradizione orale è incorniciata da una molto più vasta – che noi possiamo chiamare intangibile. La piazza, come spazio fisico, protegge una ricca tradizione orale e intangibile”.

L’aria ancora umida per la pioggia caduta poche ore prima, un bicchiere di fumante e profumato thé alla menta per riscaldarmi un po’ (anche in Marocco a volte il meteo fa i capricci…), mi siedo sulla terrazza di uno dei tanti cafés che si affacciano sulla piazza e osservo Marrakech muoversi rumorosa e festosa sotto i miei occhi.

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