Italia,  Veneto

Chioggia, a filo d’acqua

Avvolta nel mantello azzurro dell’acqua e del cielo, la città di Chioggia sorge sull’estremo lembo meridionale della Laguna di Venezia, tra il Mar Adriatico e le foci dei fiumi Adige e Po.

Se, come ho scritto in passato, non basta certo qualche canale per trasformare una qualunque città in una “Piccola Venezia” (Comacchio, il ritmo lento dell’acqua), devo invece ammettere che questo soprannome si addice piuttosto bene a Chioggia.

Chioggia

Vivace città marinara, Chioggia è infatti sorprendentemente vicina, e non solo geograficamente, alla celeberrima Venezia e le ragioni sono lì da vedere. Proprio come il capoluogo veneto, il centro storico di Chioggia è formato da un gruppo di isolette divise da canali e collegate tra loro da ponti. Se Venezia ha il Ponte di Rialto, Chioggia non è certo da meno e sfoggia il suo Ponte di Vigo che fa tornare alla mente i tempi della Serenissima e dei Dogi

Chioggia_Il  Ponte di Vigo: è il più artistico dei ponti del Canal Vena. Fu costruito in muratura nel 1685 e abbellito con il marmo d’Istria nel 1762.

Come a Venezia, poi, anche a Chioggia non si parla di “vie” bensì di “calli”, sulle quali spesso si affacciano fascinosi edifici costruiti secondo l’inconfondibile stile veneziano.

Chioggia_Calle
Chioggia_Architetture veneziane
Chioggia_Architetture veneziane
Chioggia_Calletta Renier. Palazzo Grassi-Renier: affacciato su Corso del Popolo, questo palazzo, a lungo considerato tra i più belli di Chioggia, fu inizialmente la residenza della nobile famiglia Grassi cui succedette la famiglia Renier. Nel 1865 lo studioso e naturalista Domenico Andrea Renier fece costruire nell’annesso giardino un grande teatro di legno che però decise di demolire nel 1873.

Una grande differenza con Venezia è invece data dal fatto che nel centro storico di Chioggia circolano mezzi pubblici, auto, biciclette e due ruote di ogni tipo!

Le origini di Chioggia sono molto antiche, addirittura “leggendarie” perché si racconta che siano collegate alla figura mitologica di Enea. Per fuggire dalla città di Troia ormai distrutta, un giorno Enea prese la via del Mar Mediterraneo insieme ad Antenore, Aquilio e Clodio, suoi concittadini. Ad un certo punto, però, i suoi compagni di viaggio si separarono da lui per dirigersi verso la laguna veneta dove avrebbero fondato le città di Padova (Padova e Arquà Petrarca, poesia petrarchesca), Aquileia e Clodia, divenuta col tempo l’odierna Chioggia.

Leggende a parte, alcuni ritrovamenti e studi archeologici hanno datato la nascita della città di Chioggia intorno al 2000 a.C. La sua fondazione sarebbe stata opera di alcuni navigatori provenienti dalla storica regione dell’Antica Grecia chiamata Tessaglia e avrebbero chiamato il primo nucleo di questo loro insediamento “Cluza”, nome che rimanda all’origine insulare-lagunare di una città “costruita artificialmente”. La struttura a reticolato che contraddistingue l’urbanistica di Chioggia dimostrerebbe come la città esistesse già in epoca romana. L’attuale Corso del Popolo, infatti, corrisponderebbe all’antico “Cardus Maximus”, la strada principale che correva da nord a sud e che anticamente incrociava perpendicolarmente il “Decumanus Maximus” che però non è più visibile. Con il declino dell’Impero Romano arrivarono le invasioni delle popolazioni barbare e con loro i saccheggi alle ricchezze cittadine.

Chioggia_Corso del Popolo: delimitato da edifici porticati sul lato orientale, questa strada-piazza assunse l’attuale aspetto prospettico tra il Seicento e il Settecento quando si decise di orientare le facciate di diversi edifici civili e religiosi verso il corso.
Chioggia_La Porta Garibaldi: conosciuta anche con il nome di Torre di Santa Maria, questa piccola fortezza segnava l’unico accesso al centro della città in epoca rinascimentale. Fu edificata nella prima metà del Cinquecento nel complesso delle mura difensive cittadine.

Una delle pagine più significative per la storia cittadina è la “Guerra di Chioggia”, evento che viene rievocato ogni anno dal Palio della Marciliana che si svolge alla fine di giugno. Si tratta della guerra combattuta tra il 1378 e il 1391 tra la Serenissima Repubblica di Venezia e la Repubblica di Genova per ottenere l’egemonia sugli scali commerciali d’Oriente e che coinvolse anche la città lagunare che restò sotto l’egemonia veneziana fino alla fine del Settecento quando cadde in mano alle truppe di Napoleone Bonaparte. Nel 1798 la città divenne asburgica e nel 1856 ospitò con grandi celebrazioni la visita dell’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria e di sua moglie Sissi. Annessa al nascente Stato Italiano nel 1866, Chioggia fu nuovamente invasa dai Nazifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale ma, grazie ad una rivolta della cittadinanza, le forze alleate la liberarono definitivamente il 27 aprile 1945.

Chioggia_Palazzo Naccari-Ravagnan: questo palazzo dalla facciata interamente decorata è anche noto con il nome di Palazzo delle Figure, proprio in virtù dei disegni che lo contraddistinguono. Esso rappresenta un bell’esempio del tipico palazzo signorile del Settecento. La famiglia Benintendi de’ Ravagnan fu la prima proprietaria dell’edificio, dove nel tempo risiedette anche Antonio Naccari, il primo Sindaco eletto a Chioggia dopo l’annessione della città al Regno d’Italia.

Il centro storico di Chioggia è attraversato da tre canali che lo dividono in quattro parti. Quello più “centrale” è il Canal Vena che risulta essere anche quello più pittoresco.

Chioggia_Il Canal Vena: è l’arteria d’acqua più importante della città. Anticamente rappresentava il cuore commerciale di Chioggia e ancora oggi qui trovano spazio il mercato del pesce e quello ortofrutticolo.

Questo canale è sormontato da ben nove ponti (Vigo, Caneva, Sant’Andrea, della Pescheria, dei Filippini, San Giacomo, Scarpa, Zitelle, della Cuccagna) e lungo le sue sponde vengono ormeggiate le imbarcazioni più piccole. La strada che lo costeggia si chiama Fondamenta Canal Vena.

Chioggia_Il Ponte dei Filippini: si trova al centro del Canal Vena e collega la sponda della Chiesa del Patrocinio della Beata Vergine Maria e di San Filippo Neri con quella del Municipio. Il suo nome odierno deriva dalla vicinanza con l’omonima chiesa ma anticamente era conosciuto con il nome di Ponte delle Prigioni o di Palazzo perché al pianoterra dell’attuale Palazzo Municipale vi erano le prigioni. Fu costruito in pietra nel XVI secolo; presenta la classica struttura veneziana ad arco, il paramento è in mattoni (con un piccolo scudo in marmo su entrambi i lati) e i gradini e il corrimano sono in pietra d’Istria.
Chioggia_Il Ponte della Pescheria: situato sul Canal Vena, questo ponte, originariamente chiamato Ponte dei Bellemi, deve il suo nome al vicino mercato del pesce. Fu costruito in muratura nel 1557 ed è uno dei più antichi della città. Per struttura risulta molto simile agli altri ponti che sorgono sul Canal Vena.
Chioggia_Il Ponte di San Giacomo: sorge nella parte centrale del Canal Vena e deve il suo nome all’omonima chiesa ad esso attigua. In origine questo ponte aveva i gradini ma nel 1929 fu ricostruito in legno per permettere il passaggio dei mezzi a ruota. Demolito nuovamente nel 1948, nel 1949 fu rifatto in muratura per consentire il transito del traffico che andava sempre più intensificandosi.
Chioggia_Fondamenta Canal Vena

A ovest del Canal Vena si trova il Canal Lombardo mentre a est il Canal San Domenico dove trovano posto le barche per la pesca d’altura.

Chioggia_Il Canal Lombardo
Chioggia_Il Canal San Domenico

Tra il Canal Vena e il Canal Lombardo se ne apre poi un altro più piccolo e parzialmente interrato chiamato Canal del Perottolo dove si apre Piazzale Perotolo, suggestivo punto di osservazione dell’intero canale.

Chioggia_Piazzale Perotolo. Particolare del gruppo marmoreo del “Sagraèto”: in questa graziosa piazzetta attigua alla Cattedrale si trova la statua chiamata “Refugium Pecatorum” raffigurante la Madonna con Bambino, che assieme alle statue posizionate lungo la balaustra che affaccia sul Canale del Perottolo forma il gruppo marmoreo del “Sagraèto”.

Vivace e affollato dai turisti (ma non solo), Corso del Popolo è la strada-piazza lunga oltre 800 metri che da Porta Garibaldi conduce fino al Ponte di Vigo. E’ in questo grandissimo spazio che si concentrano numerose attività commerciali e servizi di vario genere ed è qui che si possono incontrare edifici di grande interesse storico e artistico. Una passeggiata lungo Corso del Popolo può richiedere un po’ di tempo perché ogni poche decine di metri c’è qualcosa da vedere!

Chioggia_La Chiesa di San Francesco: su Corso del Popolo sorge questa chiesa chiamata anche San Francesco dentro le Mura per distinguerla dall’altra che si trova al di là di Porta Garibaldi. Esternamente la facciata è decorata con le statue in pietra d’Istria di San Francesco, Sant’Antonio da Padova e San Bonaventura. Il campanile è alto circa 19 metri.
Chioggia_Il Tempio di San Martino: si trova vicino alla Cattedrale di Santa Maria Assunta. Rappresenta un importante esempio di architettura tardogotica e la sua costruzione cominciò nel 1394 grazie anche ai lasciti di alcuni nobili chioggiotti.

 

 

 

 

Chioggia_La Cattedrale di Santa Maria Assunta: l’esterno è estremamente semplice, caratterizzato da un paramento in mattoni a vista.
Chioggia_La Cattedrale di Santa Maria Assunta. L’abside: l’abside semicircolare è illuminata da due grandi finestre incorniciate da lesene corinzie e al centro si trova l’altare maggiore opera dell’architetto padovano Alessandro Tremignon, che lo realizzò in stile tardo barocco.
Chioggia_La Cattedrale di Santa Maria Assunta. L’interno: la realizzazione dell’interno richiese oltre 40 anni di lavori. La pianta della chiesa è a croce latina con tre navate.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto di Chioggia. Questa chiesa sorge sul sito precedentemente occupato da un altro edificio religioso di epoca medievale e la prima pietra per la sua costruzione fu posata nel 1624.

Chioggia_Il campanile della Cattedrale: situato di fianco alla chiesa, l’antico campanile in stile romanico risale alla metà del Trecento e fu realizzato in tre anni al posto di una torre del X secolo crollata nel 1347. Quando fu terminato era alto 56 metri. Nel 1686 fu deciso di costruire un orologio da collocare sulla torre e l’incarico fu dato a un artigiano di origine svizzera che viveva a Venezia. Il 5 gennaio 1858 un fulmine colpì la cupola del campanile scatenando un incendio che provocò diversi danni. A causa delle difficoltà economiche, l’orologio fu ripristinato solo nel 1869.

Di dimensioni decisamente ridotte è la vicina Cappella dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, un piccolo edificio gotico costruito tra il 1431 e il 1432 che durante la dominazione francese di Chioggia, fu utilizzato come scuderia e come refettorio. Dopo essere stata allestita per mostre e eventi culturali, dal 2013 la Cappella è diventata il luogo di adorazione del Santissimo Crocifisso.

Chioggia_La Cappella dei Santi Apostoli Pietro e Paolo: nella lunetta tardogotica posizionata sopra il portale è contenuto un bassorilievo raffigurante i Santi Pietro e Paolo.

La seconda chiesa più grande del centro storico di Chioggia è la Basilica Minore di San Giacomo Apostolo.

Chioggia_La Basilica minore di San Giacomo Apostolo: davanti alla chiesa si trova “La Vittoria Alata”, il monumento in memoria dei caduti chioggiotti della Prima Guerra Mondiale. La sua realizzazione risale al 1923 e fu incaricato lo scultore Domenico Trentacoste, docente di Belle Arti di Firenze.

Costruita a partire dal 1740 sul sito dove precedentemente vi era un altro edificio religioso, questa chiesa dipendeva economicamente dalla vicina Cattedrale, anche se la sua collocazione nei pressi delle abitazioni aristocratiche le permise di godere sempre di una certa autonomia finanziaria. La torre campanaria, alta 37,5 metri, venne aggiunta alla fine dell’Ottocento e culmina con un angelo segnavento.

Più ci si addentra lungo Corso del Popolo, più ci rende conto come questa strada sia una vera e propria passerella di antichi edifici sacri e interessanti architetture civili.

Chioggia_Il Palazzo Municipale: dal punto di vista architettonico questo edificio non risulta particolarmente interessante in quanto quando venne costruito la volontà non fu quella di stupire l’osservatore ma piuttosto quella di incutere soggezione verso l’ordine imperiale, tanto che per un certo periodo al suo interno furono collocate le carceri cittadine.

Il Palazzo Municipale è un austero quanto imponente edificio neoclassico risalente al periodo asburgico. Fu realizzato in sostituzione del precedente palazzo, andato distrutto nel 1817 in seguito a un incendio dalle cause sconosciute. Al suo interno sono custodite interessanti opere pittoriche di alcuni esponenti della scuola veneta.

Immediatamente accanto al “candido” Palazzo Municipale si trova il Palazzo Granaio, uno degli edifici più antichi della città.

Chioggia_Palazzo Granaio: le 64 colonne sulle quali originariamente poggiava questo edificio nel secolo scorso sono state cementate per ricavare un pianoterra.

In netto contrasto cromatico con il suo vicino, questo edificio in stile gotico risale alla prima metà del Trecento. Come rivela il suo stesso nome, qui veniva raccolto e conservato il grano necessario alla comunità.

Tra gli edifici religiosi più importanti di Chioggia vi è la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, facilmente identificabile grazie alla sua facciata barocca di un luminoso color bianco decorata con statue di santi.

Chioggia_La Chiesa di Sant’Andrea Apostolo

L’attuale chiesa risale al 1743 ma si tratta, in realtà, di un rifacimento della precedente risalente al Quattrocento. Staccata dal corpo della chiesa si innalza la Torre dell’orologio, una torre campanaria in stile romanico databile tra l’XI e il XII secolo.

Chioggia_La Torre dell’Orologio: sembra che in origine questa torre fungesse da faro e poi da punto di avvistamento militare. Alta oltre 30 metri, al suo interno si trova l’antico orologio da torre realizzato nel 1386 da Giovanni Dondi dell’Orologio, poliedrico personaggio trecentesco nato a Chioggia, discendente di una casata di grandi costruttori di orologi e meccanismi sofisticati. Il quadrante bianco in pietra d’Istria è suddiviso in 24 sezioni numerate secondo due sequenze in numeri romani e al centro è collocata la figura di un sole fiammeggiante il cui raggio più lungo segna l’ora.

La degna conclusione di Corso del Popolo è il Ponte di Vigo, affacciandosi dal quale si ha la sensazione che dalle acque della laguna possa magicamente emergere la sagoma inconfondibile di Venezia.

Chioggia_Il Ponte di Vigo
Chioggia_Uno scorcio della laguna visto dal Ponte di Vigo

Data la collocazione geografica di Chioggia questo non è ovviamente possibile ma la “presenza” veneziana in città è davvero forte e, infatti, a rammentare il legame tra Venezia e la città di Chioggia ci pensa il “El gato de Ciòsa”. Si tratta di una colonna in marmo bianco posta al centro della piazzetta che precede il Ponte di Vigo, sormontata da un grande capitello in stile bizantino che fa da piedistallo a un piccolo Leone di San Marco, simbolo della Serenissima Repubblica di Venezia di cui Chioggia fece appunto parte.

Chioggia_El Gato de Ciòsa: il piedistallo che lo sorregge appare sproporzionato rispetto alla statua del leone, segno che, molto probabilmente, era stato pensato per fare da base a una statua di dimensioni maggiori. Il leone di Chioggia, quindi, è quanto mai lontano dall’essere simile ai fieri leoni della veneziana Piazza San Marco. A tale proposito si racconta che capitava che i Veneziani, vedendo Chioggia dal mare, scendessero a terra per lasciare, in segno di scherno, lische di pesce ai piedi della colonna come cibo per il “gato” e risalissero velocemente sulle loro imbarcazioni in modo da non incappare nei Chioggiotti arrabbiati. Ma allora, perché il leone sarebbe diventato un gatto? Le leggende sono tre. Secondo la prima, un gatto di Piazza San Marco, stanco dei soprusi dei grandi leoni alati, un giorno decise di scappare trovando riparo a Chioggia, in cima alla colonna vicina al Ponte di Vigo. Due leoni, però, riuscirono a scovarlo e si sedettero ai piedi del ponte in attesa che il gatto scendesse. Il gatto non è mai più sceso dalla colonna e i due leoni sono ancora lì sul parapetto del ponte, fermi immobili, ad aspettarlo. Un’altra leggenda, decisamente più chioggiotta, racconta che la città di Chioggia decise di prendersi gioco della grande Venezia trasformando il suo orgoglioso leone in un innocuo gatto. La terza leggenda, invece, narra che i Chioggiotti commissionarono la realizzazione di un grande leone, preparando un adeguato basamento che lo potesse sorreggere ma lo scultore, nel tentativo di migliorare la propria opera, la scalpellò un po’ troppo, riducendone a tal punto le dimensioni da trasformare il leone in un gatto.

Se in Corso del Popolo l’atmosfera è decisamente “turistica”, il vero spirito chioggiotto è quello che si respira lungo le calli e i portici.

Dal punto di vista urbanistico, le calli compongono un disegno quasi perfetto: due serie parallele di strade che si intersecano perpendicolarmente, creando una pianta che ricorda una spina di pesce (sarà un caso in una città a vocazione marinara?!). Complessivamente le calli sono 74, di cui 40 sono concentrate nello spazio ricompreso tra il Canal Vena e il Canale San Domenico.   

Definire le calli come semplici vie sarebbe dunque un po’ riduttivo in quanto sono piuttosto dei “prolungamenti” degli spazi casalinghi, luoghi nei quali gli abitanti si incontrano, “ciaccolano” e i bambini giocano. Questa bella quotidianità la si ritrova soprattutto nella zona di Fondamenta San Domenico dove è facile vedere i pescatori che sistemano le reti, i bambini che corrono per le calli, file di panni stesi ad asciugare tra gli edifici colorati.

Chioggia_Fondamenta San Domenico
Chioggia_Calle Ponte San Giacomo. Edifici
Chioggia_I portici: disseminati qua e là per il centro storico cittadino, la loro funzione era quella di recuperare spazio abitativo e di riparare chi si spostava a piedi dal sole e dalla pioggia.

I portici sono un’altra caratteristica di Chioggia e la rendono (così la definì lo storico dell’arte e accademico senese Cesare Brandi) “mezza veneziana e mezza emiliana”. Sì, perché l’architettura degli edifici e i canali rimandano indiscutibilmente a Venezia ma i portici richiamano alla mente i centri storici di Reggio Emilia (Ispirazioni ottobrine: Reggio Emilia e le Terre di Canossa. La notte di Halloween si avvicina…) e della sua provincia.

Il centro storico di Chioggia è dunque la perfetta sintesi di tutto, il punto di partenza e quello di arrivo, l’essenza della città, la sua storia millenaria, la sua anima marinara, la sua laguna, la sua ospitalità.

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