Italia,  Sicilia

Catania, arte barocca ai piedi dell’Etna

Catania si presenta come un grande puzzle, dove ogni tessera contribuisce a formare una bellissima immagine d’insieme.

Per cominciare a raccontare la storia di Catania bisogna fare un salto indietro nel tempo fino al 729 a.C. quando gli abitanti nella polis greca di Calcide fondarono le loro colonie nel bacino del Mar Mediterraneo.

Quasi a formare un immaginario lunghissimo filo, le vicende storiche di Catania si sono srotolate lungo secoli, addirittura millenni e ancora oggi sono perfettamente leggibili nel suo patrimonio architettonico, artistico e culturale, così variegato perché frutto delle più svariate contaminazioni.

Conquistata dai Romani nel 263 a.C., nel I secolo a.C. Catania divenne città augustea; con la caduta dell’Impero Romano la città divenne terra di conquista per Ostrogoti e Bizantini (I mosaici di Ravenna), fino al nel XI secolo quando arrivarono i Normanni. Conobbe la dominazione spagnola, il potere della dinastia sabauda, il controllo degli Austriaci e infine il dominio dei Borbone (Alla corte dei Borbone: la Reggia di Caserta) fino al 1860 quando entrò a far parte del Regno d’Italia.

Ripercorrendone la storia, dunque, si capisce facilmente perché Catania riesce ad essere un’unica città con tante anime diverse. C’è una Catania antica, ma ce n’è anche una medievale; c’è poi una Catania rinascimentale che convive con quella otto-novecentesca, anche se la vera essenza di Catania è rappresentata dalla sua anima barocca. Infatti, nel 2002 l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità i centri storici delle otto città tardo-barocche della Val di Noto, tra le quali figura appunto Catania insieme a Modica (Modica, incontro di Barocco e cioccolato), Noto, Ragusa, Caltagirone, Militello, Palazzolo e Scicli.

Quale luogo migliore della centralissima Piazza Duomo per cominciare a scoprire Catania? Qui, infatti, si possono ammirare edifici e monumenti che testimoniano la straordinaria ricchezza storica della città.

In primis, la Cattedrale di Sant’Agata dedicata alla santa patrona della città.

Catania_La Cattedrale di Sant’Agata: il sagrato è anticipato da una breve scalinata in marmo in cima alla quale si trova una balaustra ornata da 5 gradi statue marmoree raffiguranti altrettanti santi. Il portone è in legno ed è formato da 32 formelle finemente intagliate. Ai suoi lati sono collocate le statue in marmo di San Pietro e di San Paolo.
Catania_La Cattedrale di Sant’Agata. Il campanile: fu costruito per la prima volta nel 1387 alla sinistra della facciata principale ma subì numerosi crolli e riedificazioni. L’altezza originaria di 70 metri fu portata a 90 metri nel 1662 per permettere l’inserimento di un orologio ma il terremoto del 1693 fece crollare la torre campanaria che travolse anche la chiesa. Furono entrambe ricostruite e in cima al campanile fu posta una campana che è la terza più grande d’Italia dopo quelle di San Pietro a Roma e quella del Duomo di Milano (Una serata nel Duomo di Milano).
Catania_La Cattedrale di Sant’Agata: più volte distrutta e ricostruita in seguito ai terremoti susseguitisi nel tempo, la chiesa venne edificata per la prima volta nell’XI secolo sulle rovine delle Terme Achilliane di epoca romana.

Questo imponente edificio, situato sul lato sud-orientale della piazza, è molto interessante dal punto di vista architettonico in quanto raggruppa in sé differenti stili che vanno dal normanno, al barocco, fino ad alcune contaminazioni neoclassiche. La Cattedrale, inoltre, è uno dei pochi esempi di “ecclesia munita” presenti in Sicilia. Questa espressione latina, che letteralmente significa “chiesa fortificata”, stava ad indicare quegli edifici caratterizzati da mura spesse e imponenti e forme grandiose tanto da apparire, pur senza esserlo, delle vere e proprie fortezze difensive.

Catania_La Cattedrale di Sant’Agata. Interno

Accanto alla Cattedrale, affacciato su Via Vittorio Emanuele, si trova un altro edificio religioso dedicato alla Santa, la Badia di Sant’Agata.

Catania_La Badia di Sant’Agata: questa chiesa venne realizzata dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini ed è annoverato tra i  principali monumenti barocchi della città.

Un paio di vie più in là, più precisamente in Via Giuseppe Garibaldi, si può ammirare Palazzo Sammartino Pardo, splendido esempio di stile tardo-barocco siciliano.

Catania_Palazzo Sammartino Pardo. Particolare della facciata: questo edificio nobiliare fu realizzato all’inizio del Settecento e si caratterizza per i mascheroni antropomorfi, le paraste e le cornici decorate. A lungo si è creduto che i mascheroni, che di frequente decorano le facciate dei palazzi storici catanesi, fossero utilizzati dalla nobiltà per prendersi gioco del popolo. In realtà, i mascheroni rappresentavano il simbolo della lotta contro il male.

Al centro di Piazza Duomo campeggia la Fontana dell’Elefante, realizzata dall’architetto siciliano Giovanni Battista Vaccarini tra il 1735 e il 1737. L’elemento principale di questa fontana è rappresentato dalla statua di basalto raffigurante un elefante, comunemente chiamato “u Liotru”, che rappresenta il simbolo di Catania.

Catania_La Fontana dell’Elefante e il Palazzo dell’Elefante: un’antica leggenda narra che quando Catania fu fondata, un elefante allontanò tutte le bestie feroci che popolavano la zona e che, per rendere omaggio all’animale, i Catanesi gli dedicarono la statua. In realtà, l’appellativo col quale viene comunemente chiamata la fontana, “u Liotru”, sarebbe un termine dialettale riferito a Eliodoro, personaggio semi-leggendario vissuto nell’VIII e ritenuto un negromante dai suoi contemporanei. Eliodoro fu uno strenuo oppositore di Leone II Il Taumaturgo, quindicesimo Vescovo di Catania, che nel 778 lo condannò a morte per stregoneria. Si racconta che Eliodoro avesse scolpito egli stesso la statua dell’elefante, utilizzando la lava dell’Etna, e che, dopo averla animata, cavalcasse l’elefante imperversando per la città durante l’esecuzione delle sue magie. La costruzione del Palazzo dell’Elefante iniziò nel 1696 e fu l’architetto Vaccarini a voler realizzare il balcone centrale dal quale usavano (e usano tuttora) affacciarsi le autorità catanesi durante le celebrazioni per la Festa di Sant’Agata. Vaccarini volle inoltre decorare i frontoni dei balconi con la lettera “A in onore della Santa e con tanti elefanti scolpiti per richiamare l’emblema della città, elefanti dai quali il palazzo ha evidentemente preso il nome.

Sul lato settentrionale della piazza si trova il Palazzo Senatorio, oggi conosciuto con il nome di Palazzo degli Elefanti, sede del municipio cittadino. Fu realizzato sul sito precedentemente occupato dalla Loggia medievale, andata distrutta durante il terribile terremoto del 1693, e vi lavorarono diversi architetti fino a quando nel 1732 il progetto passò all’architetto Vaccarini che ne rivoluzionò il prospetto.

Di fronte a questo elegante edificio trova spazio la Fontana dell’Amenano realizzata in marmo di Carrara nel 1867 dallo scultore napoletano Tito Angelini. La fontana è dedicata al fiume Amenano, che oggi scorre interamente sotto la città di Catania, e la sua posizione è interessante in quanto l’acqua che cade nella vasca si riversa nel fiume che corre circa due metri sotto il livello della piazza.

Catania_La Fontana dell’Amenano: il fiume è rappresentato come un giovane che tiene in mano una cornucopia dalla quale fuoriesce l’acqua che cade nella vasca sottostante, alla base della quale due tritoni riversano a loro volta l’acqua nel canale percorso dal fiume Amenano. Tracimando, l’acqua crea un velo che assomiglia ad un lenzuolo appoggiato al bordo della vasca; per questo motivo, i Catanesi chiamano questa fontana “Acqua a linzolu”. In passato, tra l’altro, le popolane usavano lavare la biancheria, e dunque anche le lenzuola, proprio in questo canale.

Sul lato meridionale di Piazza Duomo, si affaccia il Palazzo del Seminario dei Chierici il cui impianto originario risalirebbe al Cinquecento; distrutto completamente dal terremoto del 1693, l’edificio venne ricostruito nella prima metà del XVIII secolo e successivamente ingrandito. Dopo l’incendio del 1944 il palazzo venne acquistato dal Comune, che qui ha avuto sede fino al 1953.

Catania_Il Palazzo del Seminario dei Chierici: bellissimo il netto contrasto, tipico dell’architettura settecentesca, tra l’intonaco scuro e la pietra bianca che caratterizza i cornicioni. Di gusto barocco, le volute arricciate, le mensole figurate e la grande tribuna.
Catania_Porta Uzeda: costruita nel 1695, la porta fu dedicata al Viceré dell’epoca, Paceco de Uzeda, promotore della ricostruzione cittadina dopo il terribile terremoto del 1693. Si tratta di un bell’esempio di stile barocco catanese, il cui caratteristico gioco di contrasti cromatici riprende e prosegue quello dell’attiguo Palazzo del Seminario dei Chierici.

Il Palazzo del Seminario dei Chierici è collegato alla Cattedrale di Sant’Agata da un cavalcavia che passa sopra Porta Uzeda, di fatto collocata in corrispondenza delle cinquecentesche Mura di Carlo V ma realizzata come altre porte difensive di Catania sul finire del XVII secolo.

Catania_Via Cardinale Dusmet: il viadotto Archi della Marina inizia il suo percorso dal porto e termina a Porta Uzeda, nei pressi della Pescheria, il mercato del pesce di Catania. In passato questa zona era lambita dal mare ed era delimitata da un robusto muraglione dove, a tratti, si aprivano dei gradini in pietra lavica a diretto contatto con l’acqua. Le acque vennero successivamente interrate e oggi gli Archi della Marina poggiano tutti sul suolo.

Porta Uzeda collega Piazza del Duomo con la settecentesca Via Cardinale Dusmet conosciuta col nome di Via degli Archi della Marina in quanto percorsa dal lungo viadotto ottocentesco in muratura (Archi della Marina, appunto) della linea ferroviaria Catania-Siracusa. E’ curioso pensare che nell’Ottocento la zona corrispondente all’attuale Via Cardinale Dusmet era il lungomare di Catania, la cosiddetta “marina”.

La piazza principale di Catania dà sfoggio di magnifici edifici ma nasconde anche un “tesoro” sotterraneo, testimonianza dell’epoca romana vissuta dalla città. Si tratta delle Terme Achilliane, un complesso termale databile tra il II secolo d.C. (prima fase edilizia) e il IV-V secolo d.C. (seconda fase edilizia).

Catania_Le Terme Achilliane: si accede all’ambiente termale passando da un corridoio con volta a botte ricavato nell’intercapedine tra le strutture romane e le fondamenta della Cattedrale. Non è certo che questo luogo venisse effettivamente utilizzato come terme ma si pensa che potesse servire come frigidario. Il loro nome deriverebbe da un’iscrizione rinvenuta su una lastra di marmo risalente alla prima metà del V secolo d.C.
Catania_Le Terme Achilliane: si conosce poco circa le reali dimensioni del complesso termale e dell’impianto originale resta una camera centrale delle dimensioni di circa 11 x 12 metri con soffitto a crociera sorretto da quattro pilastri. Da qui il nome di “Sala a pilastri”. La camera ospita una serie di vasche facenti parte di un complesso sistema di canalizzazione dell’acqua. Al centro si possono osservare anche i resti di una piscina in marmo che fa ipotizzare che anche i pavimenti fossero dello stesso materiale.
Catania_Le Terme Achilliane. La camera centrale: la copertura a volta era decorata con stucchi raffiguranti tralci di vite, grappoli d’uva ed Eroti (Amorini), dei quali è possibile intravederne ancora le tracce.

Purtroppo, oggi la parte visitabile ne costituisce solo una piccola porzione ma tanto è sufficiente per capire la struttura e l’importanza di questa opera di ingegneria idraulica realizzata dove scorrevano (e scorrono) le acque del fiume Amenano.

Piazza Duomo è il punto di partenza di Via Etnea, 3 Km rettilinei e in leggera salita lungo i quali si svolge la quotidianità catanese. Osservando questa strada su una mappa, sembra che sia stata tracciata con il righello e, in effetti, Via Etnea fu pensata proprio in questi termini. Dopo che il forte terremoto del 1693 distrusse completamente Catania, il nobile palermitano Giuseppe Lanza, Duca di Camastra ridisegnò l’urbanistica cittadina, creando strade spaziose e piazze monumentali e tracciando un asse principale che, partendo dalla Cattedrale, puntasse dritto verso l’Etna (Il Parco del’Etna, la forza della natura). Al progetto urbanistico contribuì anche l’architetto Giovanni Battista Vaccarini, “vestendo” gli edifici presenti lungo la via (ma non solo) con esuberanti quanto pompose linee barocche.

Lungo la Via Etnea, le diverse anime di Catania prendono forma, in un susseguirsi di bellissimi palazzi barocchi, sette-ottocenteschi, numerose chiese, simbolo della devozione religiosa della città, negozi e storiche pasticcerie, simbolo di una città elegante, ricca, dinamica e accogliente.

Catania_Il Palazzo dell’Università: l’edificio fu costruito nel 1696 e occupa un intero isolato. Alla sua realizzazione parteciparono diversi architetti, tra i quali Giovanni Battista Vaccarini. L’Università di Catania fu fondata nel 1434 e le prime lezioni si tennero nel 1445 in un edificio situato nella vicina Piazza Duomo. Nel 1684 la sede dell’università fu trasferita in un’altra zona della città ma l’edificio andò distrutto nel terremoto del 1693, motivo per cui venne progettato il palazzo attuale per la sede definitiva.
Catania_Palazzo San Giuliano: è situato di fronte al Palazzo dell’Università. Fu progettato dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini e fu realizzato nel 1738 per la famiglia nobiliare dei Paternò. Tra gli ospiti illustri di questa dimora vi furono il Re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia e la Regina Elena. Più volte rimaneggiato, l’edificio è stato via via reso sempre più simile al Palazzo dell’Università. Restano i marmi policromi, il maestoso portone, gli stemmi nobiliari e la tribuna d’onore. Una targa ricorda che da questo palazzo si affacciò Giuseppe Garibaldi pronunciando le celebri parole “O Roma o morte!”.
Catania_La Chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti: la chiesa e l’annesso convento risalgono alla seconda metà del XVIII secolo e furono voluti dall’ordine religioso dei Chierici Regolari Minori, detti “Caracciolini”. La facciata mostra le tipiche linee del barocco siciliano.

Si dice che ci sia sempre una buona ragione per ritrovarsi sulla Via Etnea, proprio perché attorno ad essa ruota la vita di Catania.

Tra le chiese merita però una menzione particolare la Basilica della Collegiata in quanto è una delle più antiche della città e rappresenta la sintesi perfetta del gusto barocco catanese.

Catania_La Basilica della Collegiata: il primo edificio religioso fu costruito sulle rovine di un tempio pagano; col passare del tempo l’edificio crebbe di importanza tanto da essere intitolato “Regia Cappella”. Nel 1446, il Papa vi istituì un Collegio dei Canonici, da cui l’attuale nome di “Collegiata”. Durante la ricostruzione settecentesca, la struttura originaria della chiesa venne stravolta, in particolare, la facciata dell’ingresso principale fu posta sul lato opposto a quello originario in modo che fosse in corrispondenza della Via Etnea. La facciata risale al 1781; progettata dall’architetto polacco Stefano Ittar, si caratterizza per il particolare quanto scenografico gioco di linee concave e convesse. Una curiosità riguarda proprio questa chiesa scelta dallo scrittore siciliano Vitaliano Brancati per ambientarvi il matrimonio di Antonio Magnano, fascinoso protagonista della sua opera “Il Bell’Antonio” (pubblicata nel 1949).
Catania_La Basilica della Collegiata. Interno

Non si è neppure a metà della Via Etnea e ci rende conto di quanti edifici storici si affacciano in realtà su questa strada, una vera e propria sfilata di bellissimi palazzi che raccontano la storia della nobiltà catanese.

Catania_Palazzotto Biscari alla Collegiata: ecco un altro pregevole esempio di barocco catanese. Questo edificio, adiacente alla Basilica della Collegiata (da cui il nome) venne realizzato nel 1699 da Giovanni Battista Vaccarini e divenne il cuore della Belle Époque catanese. Alla fine dell’Ottocento, sul retro del palazzo i fratelli svizzeri Tscharner aprirono la “Grande Birraria Svizzera” (proprio con la A), un caffè letterario frequentato da intellettuali e giornalisti.
Catania_Via Etnea 183
Catania_Palazzo Del Grado: situato al civico 193 della lunghissima Via Etnea, questo edificio è una pregevole testimonianza dell’architettura eclettica di inizio Novecento, progettata dall’architetto milanese Carlo Sada.

Palazzo Massa di San Demetrio è considerato uno dei maggiori esempi, nell’ambito civile, di architettura tardo-barocca catanese. Questo edificio rappresenta il simbolo della rinascita della città, non solo perché fu ricostruito dopo il terremoto del 1693, ma anche perché fu rimesso in piedi pietra dopo pietra dopo i bombardamenti che nel 1943 lo distrussero quasi completamente.  

Catania_Palazzo Massa di San Demetrio: si trova in corrispondenza dell’angolo nord-occidentale dei cosiddetti “Quattro Canti” ovvero quattro palazzi costruiti nello stesso stile architettonico che creano una sorta di piazza di forma ottagonale. L’edificio venne realizzato per volere del barone di San Demetrio, Don Eusebio Massa. La famiglia Massa era una dinastia nobiliare di origine genovese, i cui membri ricoprirono diverse cariche pubbliche in città.

In origine Via Etnea era lunga circa 700 metri e terminava dove oggi si apre Piazza Stesicoro, piazza che celebra il poeta greco Stesicoro (VII-VI secolo a.C.) che proprio a Catania trovò asilo politico e sempre a Catania morì assassinato.

Su questa piazza si possono ammirare i settecenteschi Palazzo Tezzano e Palazzo Paternò del Toscano e ciò che resta dell’Anfiteatro Romano. Di quest’ultimo è ormai visibile solo una piccola sezione di quello che doveva essere un’imponente struttura costruita, con molta probabilità, nel II secolo d.C.

Catania_Palazzo Tezzano: situato di fronte ai resti dell’Anfiteatro Romano, questo edificio si caratterizza per l’imponente portone che occupa il centro della facciata e il balcone monumentale sopra il quale si trova un orologio. Anche questo palazzo si distingue per il contrasto tra la pietra bianca e i toni grigi della pietra lavica. Venne costruito nel 1709 su richiesta di Niccolò Tezzano, nobile medico dell’epoca che decise poi di donare la struttura alla città di Catania. Divenuto un ospedale, nel corso del XIX secolo parte dell’edificio fu affittato per far fronte alle difficoltà economiche che l’ospedale stava affrontando. Oggi qui ha sede una scuola media di primo grado.
Catania_Palazzo Paternò del Toscano: è annoverato tra i palazzi nobiliari più iconici di Catania. Fu progettato da Giovanni Battista Vaccarini e divenne la residenza nobiliare della famiglia Tedeschi Bonadies; nel 1858 l’edificio fu ceduto al marchese Antonino Paternò, primo Sindaco di Catania. Vaccarini diede all’edificio la classica impronta barocca, edificio che venne successivamente rimaneggiato secondo un gusto più neorinascimentale, contaminato da elementi dell’eclettismo ottocentesco.
Catania_L’Anfiteatro Romano: sono molte le storie che ruotano attorno a questo monumento. Si racconta che a metà del III secolo d.C. una violenta eruzione dell’Etna abbia sfiorato l’anfiteatro senza però distruggerlo, grazie all’intervento del “velo di Sant’Agata”. Proprio nei pressi di questo luogo, infatti, la santa avrebbe subito il suo martirio e il suo velo mortuario avrebbe fermato l’avanzare della lava. Leggenda a parte, nel corso dei secoli l’anfiteatro fu più volte coperto dal magma fino a restarne sommerso, tanto che oggi i suoi cunicoli sono quasi tutti sotterranei.
Catania_L’Anfiteatro Romano: realizzato in pietra lavica, la sua cavea poteva contenere circa 15.000 spettatori. La pianta era di forma ellittica con assi di 125×105 metri e la circonferenza esterna misurava oltre 300 metri. Si suppone che inizialmente l’anfiteatro ospitasse spettacoli di diverso tipo ma che già intorno al VI secolo d.C. versasse in condizioni di abbandono tanto che i Catanesi avrebbero utilizzato le sue pietre come materiale da costruzione.
Catania_La Chiesa di San Biagio in Sant’Agata alla Fornace: situata in Piazza Stesicoro, a pochi passi da Via Etnea e davanti ai resti dell’Anfiteatro Romano. E’ uno dei principali punti di interesse legati al culto di Sant’Agata in quanto sorgerebbe nel luogo in cui la Santa subì il supplizio dei carboni ardenti. All’interno della chiesa, infatti, è custodita la fornace del suo martirio. La facciata è in stile neoclassico e l’interno è a navata unica.
Catania_Il Palazzo delle Poste (visto dal Giardino Bellini): situato in prossimità dell’ingresso principale di Giardino Bellini, fu progettato dall’architetto catanese Francesco Fichera intorno al 1919. Fu terminato dieci anni dopo e nel 1930 fu inaugurato dal Re Vittorio Emanuele III. Fichera realizzò una pianta a due anelli concentrici con una parte esterna aperta al pubblico ed una interna aperta sulla corte.
Catania_Palazzo Pancari Ferreri: residenza nobiliare posta di fronte all’ingresso del Giardino Bellini, l’edificio fu progettato in stile eclettico dall’architetto milanese Carlo Sada e costruito tra il 1881 e il 1900.

Tra le piazze e gli edifici dell’infinita Via Etnea si apre uno dei principali polmoni verdi di Catania; si tratta del Giardino Bellini, oltre 70.000 metri quadrati di parco punteggiato di fontane, statue, prati e siepi ben curati.

Catania_Il Giardino Bellini: il giardino si compone di due collinette simmetriche e un grande viale a forma di anello che ne circonda una. Concentrico a questo primo anello ve ne è un secondo contornato da siepi.

Il nucleo più antico del giardino risale al Settecento ed era di proprietà del principe Ignazio Paternò Castello che lo volle strutturare come una sorta di labirinto; dopo la sua morte, però, il giardino cadde progressivamente in uno stato di abbandono che durò fino alla metà del XIX secolo.

Catania_Il Giardino Bellini: la flora del giardino è varia e comprende molte specie di provenienza subtropicale che si sono adattate bene al clima siciliano. Sono inoltre presenti, anche se in quantità minore, alcune specie mediterranee, soprattutto di pini.

Bisognò attendere il 1883 perché il giardino venisse sistemato e trasformato in parco pubblico. A partire dalla metà degli Anni Settanta del secolo scorso il giardino conobbe una nuova fase di decadenza terminata solo nel 2010 con la riapertura al pubblico.

Catania_Il Giardino Bellini: l’ingresso da Via Etnea avviene attraverso uno scalone che conduce ad un piazzale con al centro una grande vasca; a farle da sfondo un orologio con un quadrante costituito da fiori e piante sempreverdi.
Catania_Il Giardino Bellini. Il Chiostro della Musica: sulla sommità della collina sita a sud si trova un chiosco in ferro battuto realizzata nel 1879 in stile moresco dove, fino al 1958, si tenevano concerti con cadenza periodica.

La bellezza di Catania sta nei suoi capolavori barocchi, dall’aspetto talvolta un po’ “impolverato” ma al tempo stesso affascinante. La bellezza di Catania è nella sua calda accoglienza. La bellezza di Catania coincide con la sua vitalità, la sua energia quasi ipnotica. La bellezza di Catania sta nella sua storia, una difficile quanto travagliata convivenza con l’Etna, la “mamma” di tutti i Catanesi.  

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