Cosa c’è di più elegante di una dimora storica che porta il nome di una donna?!
Nel comune di Tremezzina, sulle rive del Lago di Como (La magia del lago di Como), sorge il complesso di Villa Carlotta, bellissimo edificio immerso in un altrettanto straordinario giardino.
La Villa risale alla fine del Seicento quando i marchesi Clerici di Milano, per celebrare il loro successo economico e sociale, fecero realizzare un edificio di rappresentanza e svago nel quale accogliere i propri ospiti. Dopo essere passata di erede in erede, nel 1801 la Villa venne venduta per fare fronte ai debiti nel frattempo accumulati e la proprietà passò al conte Giovanni Battista Sommariva, personaggio politico vicino a Napoleone Bonaparte che, anche grazie ad una folgorante carriera, ebbe modo di coltivare la propria passione per le arti, in particolare per la scultura, riuscendo ad acquistare opere di Antonio Canova, di Jacques-Louis David, di Bertel Thorvaldsen.
Se in origine Sommariva aveva acquistato la Villa solo per dimostrare la propria posizione sociale, ben presto il proprietario la trasformò in un vero e proprio museo, ospitandovi personaggi illustri provenienti da tutta Europa.
Quando il conte morì nel 1826, la Villa passò al figlio che, purtroppo, morì prematuramente nel 1838; la proprietà passò dunque alla moglie, originaria di una nobile famiglia francese.
Nel 1843 la Villa ebbe un nuovo proprietario: infatti, venne acquistata dal principe Alberto di Prussia che la donò alla figlia Carlotta in occasione delle sue nozze nel 1850. Da qui il nome.
Quando la giovane morì nel 1855, la Villa passò a suo marito Giorgio II, Duca di Sassonia e principe ereditario di Sachsen-Meiningen, che la scelse come dimora di villeggiatura.
Nei decenni successivi l’edificio venne adeguato alle esigenze familiari e ai cambiamenti di gusto, rinnovando arredi e decorazioni.
Nel 1915, pochi giorni prima della dichiarazione di guerra dell’Italia contro l’Austria, la Villa fu affidata al capo giardiniere; l’anno successivo, pur restando di proprietà tedesca, la Villa fu sottoposta ad amministrazione controllata, essendo un bene appartenente a cittadini di uno Stato “nemico”; a quel punto, venne fatto un accurato inventario di tutti i beni in essa contenuti, al fine di garantire l’integrità del patrimonio. Nel 1921, la Villa passò definitivamente allo Stato e si cominciò a pensare alla possibilità di costituire un ente preposto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio di Villa Carlotta. Il progetto si concretizzò pochi anni più tardi grazie anche al contributo di alcune personalità milanesi e comasche.
Oltre trecento anni di grande collezionismo connotano la storia di Villa Carlotta: qui, arte e natura dialogano tra loro immerse in un contesto paesaggistico incredibilmente affascinante.
Una visita della Villa, dunque, non può che rivelarsi un’esperienza straordinaria, sia per la bellezza dei luoghi sia per la raffinatezza degli ambienti ed il valore delle opere in essa custodite.
L’eleganza di Villa Carlotta non si limita solo ai suoi interni; infatti, la straordinarietà di questo luogo è da leggersi anche, e soprattutto, nel suo immenso giardino che costituisce una sorta di prosecuzione della Villa stessa.
Il filo conduttore è sempre e soltanto uno: la bellezza a tutto tondo. Quella raffinata dell’arte, all’interno; quella potente e delicata della natura, all’esterno.
Il giardino di Villa Carlotta è un caleidoscopio di colori e di profumi, tante sono le essenze disseminate lungo il percorso.
La sua bellezza, inoltre, è amplificata dai sapienti allestimenti paesaggistici e dalla presenza di alberature monumentali. Molte di queste piante vennero inserite nel giardino per volere di Giorgio II di Sachsen-Meiningen, che era un appassionato botanico.
Il Giardino di Villa Carlotta può essere diviso in più parti.
La zona sicuramente meno scenografica ma comunque suggestiva per la vista che offre sul Lago di Como è il comparto agricolo, corrispondente alla parte del Giardino dove venivano coltivati viti, ulivi e gelsi, e di cui oggi è ancora visibile l’impronta nei terrazzamenti esposti a sud e nelle piante secolari di ulivo.
Attraverso la seicentesca scalinata a tenaglia che anticipa l’imponente facciata della Villa si accede al Giardino all’Italiana(anche noto col nome di “Giardino formale”), caratterizzato dalla suddivisione geometrica degli spazi, abbelliti da terrazze tra di loro collegate, statue, aiuole di bosso, fontane e siepi potate in forma. Le principali essenze che caratterizzano questa parte del Giardino sono le camelie, i papiri e gli agrumi.
Infine, il Giardino Romantico che fu progettato con il chiaro intento di emozionare il visitatore; la sua estensione è decisamente più ampia rispetto al Giardino all’Italiana e, di conseguenza, la sua conformazione risulta decisamente più articolata.
Insomma, Villa Carlotta e il suo Giardino incantano e sorprendono, anche nei numeri: infatti, nel Giardino si contano 1012 alberi, 799 specie e varietà di piante e fiori, 202 tipi di rose, 395 di camelie e 406 tipi di rododendri (tra arborei e arbustivi)! Le “semplici” aiuole fiorite sono ben 51!
D’altronde, Villa Carlotta è una signora: elegante e raffinata, colta e bellissima.