Italia,  Lombardia

Villa Carlotta, dialogo tra arte e natura

Cosa c’è di più elegante di una dimora storica che porta il nome di una donna?!

Nel comune di Tremezzina, sulle rive del Lago di Como (La magia del lago di Como), sorge il complesso di Villa Carlotta, bellissimo edificio immerso in un altrettanto straordinario giardino.

Tremezzina_Villa Carlotta: l’imponente edificio sorge all’estremità settentrionale del comune di Tremezzina e il suo ingresso è affacciato sul lago. All’epoca della sua costruzione, questo rappresentava il principale punto di accesso alla Villa.
Tremezzina_Villa Carlotta . L’affaccio sul Lago di Como.

La Villa risale alla fine del Seicento quando i marchesi Clerici di Milano, per celebrare il loro successo economico e sociale, fecero realizzare un edificio di rappresentanza e svago nel quale accogliere i propri ospiti. Dopo essere passata di erede in erede, nel 1801 la Villa venne venduta per fare fronte ai debiti nel frattempo accumulati e la proprietà passò al conte Giovanni Battista Sommariva, personaggio politico vicino a Napoleone Bonaparte che, anche grazie ad una folgorante carriera, ebbe modo di coltivare la propria passione per le arti, in particolare per la scultura, riuscendo ad acquistare opere di Antonio Canova, di Jacques-Louis David, di Bertel Thorvaldsen.

Villa Carlotta_La Sala Sommariva: l’attenzione è catalizzata dalla tela “La lettura del VI Canto dell’Eneide alla corte di Augusto” di Jean-Baptiste Wicar del 1818. Il nome del pittore francese gli venne suggerito da Canova, convinto che potesse soddisfare la vena autocelebrativa del nobile politico, vista la sua abilità di rappresentare i temi storici. La Sala Sommariva raccoglie i ritratti di famiglia, in particolare i busti di Giovanni Battista Sommariva, quelli dei figli Emilio e Luigi, entrambi ufficiali dell’esercito napoleonico, e del nipotino Emilio.
Villa Carlotta_La Sala dei Gessi. Musa Tersicore, Antonio Canova, 1811: fu uno dei soggetti prediletti di Antonio Canova (1757-1822), tanto che lo scultore ne raffigurò diverse versioni. Era una delle nove muse della mitologia greca, protettrice della danza, tradizionalmente vestita con abiti simili a quelli degli aedi (cantori), intenta a suonare la lira e con la testa coronata con foglie di alloro. Alle pareti sono inoltre esposti alcuni modelli dei rilievi dell’Arco della Pace di Milano risalenti al 1811.
Villa Carlotta_La Sala di Palamede: personaggio della mitologia greca, Palamede era sovrano dell’isola di Eubea, esperto di arte bellica e valoroso guerriero. Un giorno Palamede, Agamennone e Menelao giunsero a Itaca per convincere Ulisse a partire per la guerra di Troia. Ulisse si finse pazzo ma Palamede, intuendo l’inganno, usò suo figlio Telemaco per smascherarlo e costringerlo a partire. Ulisse non dimenticò mai il gesto di Palamede e, appena ne ebbe l’occasione, si vendicò di lui e lo fece ingiustamente condannare a morte. Questo eroe, caduto in disgrazia per le calunnie di Ulisse, avrebbe esercitato un certo fascino su Sommariva che, destituito dal potere politico a seguito della caduta di Napoleone, cercò di farsi passare come vittima egli stesso degli intrighi dei propri nemici. “Il Palamede” è una delle opere più celebri di Antonio Canova che terminò di scolpirla nel 1805. Si racconta che, mentre era esposta nello studio romano dello scultore, la statua sarebbe caduta a terra a causa del cedimento del bilico su cui poggiava, rischiando di travolgere Canova stesso.  La statua venne acquistata dal conte Sommariva che la portò a Villa Carlotta nel 1819 esponendola nella medesima stanza in cui ancora oggi si trova, circondata da specchi che ne esaltano la bellezza.
Villa Carlotta_La Sala della Maddalena: Sommariva aveva predisposto un allestimento che esaltasse questa scultura, collocandola da sola al centro della stanza rivestita con drappi e specchi per poterne ammirare il nudo anche osservandola frontalmente. La statua della “Maddalena penitente”, che dà il nome a questa piccola sala, fu realizzata tra il 1794 e il 1796 da Antonio Canova. Quella esposta è solo una replica dell’originale oggi conservato a Palazzo Doria-Tursi a Genova (Genova, città di mare, città d’arte), originale che si trovava nella dimora parigina di Sommariva e che questi aveva voluto esporre in replica anche a Villa Carlotta.
Villa Carlotta_La Sala di Hayez: nel 1823 Hayez dipinse “L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta” prendendo ispirazione dalla tragica vicenda dei due amanti shakespeariani. Il quadro, commissionatogli da Sommariva, ha avuto il merito di far conoscere al grande pubblico la storia dei due sfortunati ragazzi, diventando un’opera di culto dell’Ottocento romantico anche grazie alle tante riproduzioni, da parte di altri artisti, che ne sono seguite.
Villa Carlotta_Il Salone dei Marmi. Marte e Venere: posta al centro della sala si trova la statua neoclassica dello scultore forlivese Luigi Acquisti (1747-1823) realizzata a Roma nel 1805 in marmo di Carrara.
Villa Carlotta_Il Salone dei Marmi: è l’ambiente più imponente di Villa Carlotta ed è reso ancora più prezioso dalla volta del soffitto decorata dallo scultore e scenografo milanese Lodovico Pogliaghi (1857-1950).

Se in origine Sommariva aveva acquistato la Villa solo per dimostrare la propria posizione sociale, ben presto il proprietario la trasformò in un vero e proprio museo, ospitandovi personaggi illustri provenienti da tutta Europa.

Tremezzina_Villa Carlotta: per poter ospitare il sempre crescente numero di opere d’arte, Sommariva fece apportare alcune modifiche alla Villa, come ad esempio l’inserimento della loggia balconata.
Villa Carlotta_L’Oratorio Sommariva (a destra): inizialmente la struttura nacque per essere la cappella privata della famiglia Clerici. La Villa e l’annessa cappella vennero successivamente acquistate dalla famiglia Sommariva che, al momento di vedere la proprietà, decise però di mantenere il possesso dell’Oratorio in quanto era diventato la cappella sepolcrale della famiglia.

Quando il conte morì nel 1826, la Villa passò al figlio che, purtroppo, morì prematuramente nel 1838; la proprietà passò dunque alla moglie, originaria di una nobile famiglia francese.

Villa Carlotta_La Sala dei Gessi. L’ingresso dell’imperatore Francesco I d’Austria a Vienna. Luigi Acquisti, 1811: nel 1806 su richiesta del Consiglio Comunale di Milano comincia la progettazione dell’Arco della Pace (Il progetto milanese di Napoleone Bonaparte), monumento voluto per celebrare i successi di Napoleone Bonaparte. Questo bassorilievo era già pronto nel 1812 e doveva raffigurare l’ingresso trionfale di Napoleone a Milano ma nel 1816 fu modificato a seguito della mutata situazione politica.

Nel 1843 la Villa ebbe un nuovo proprietario: infatti, venne acquistata dal principe Alberto di Prussia che la donò alla figlia Carlotta in occasione delle sue nozze nel 1850. Da qui il nome.

Villa Carlotta_La Camera di Carlotta: donna colta e amante dell’arte, la principessa e il marito modellarono la Villa sulla base delle loro passioni, scegliendo accuratamente arredi e suppellettili. Arricchirono inoltre la collezione di quadri e sculture, aprendo le porte della Villa ai loro illustri ospiti.

Quando la giovane morì nel 1855, la Villa passò a suo marito Giorgio II, Duca di Sassonia e principe ereditario di Sachsen-Meiningen, che la scelse come dimora di villeggiatura.

Villa Carlotta_Lo Studio del Duca: qui sono esposti il grande stendardo del Ducato di Sachesen-Meiningen dipinto a tempera e i preziosi volumi di botanica e di letteratura tedesca, nonché una collezione di riproduzioni fotografiche a colori dei primi del Novecento, testimonianza della passione del Duca per le arti figurative.
Villa Carlotta_La Sala delle Vedute: all’inizio del Novecento Giorgio II di Sachsen-Meiningen affida al milanese Lodovico Pogliaghi, che già aveva realizzato il portale centrale del Duomo di Milano (Una serata nel Duomo di Milano), il compito di rinnovare le decorazioni della stanza d’angolo che a quel tempo veniva utilizzata come salone dei ricevimenti. Entrare nella Sala delle Vedute significa, per certi versi, fare un tuffo in un altro luogo magico, quello di Pompei: qui, infatti, il rosso domina la scena, proprio come nelle ricche case pompeiane, ed è reso ancora più raffinato dalla presenza delle grottesche, motivi decorativi che uniscono elementi geometrici e naturalistici a esili figure estrose.

Nei decenni successivi l’edificio venne adeguato alle esigenze familiari e ai cambiamenti di gusto, rinnovando arredi e decorazioni.

Villa Carlotta_La Sala da Pranzo: è arredata con mobili di produzione francese del tardo Ottocento. La sala sembra pronta per accogliere gli ospiti: al centro, la tavola apparecchiata con raffinate porcellane sembra attendere solo i commensali.
Villa Carlotta_L’atrio. Bacco e Arianna sull’isola di Naxos di Ernest Sachsen-Meiningen
Villa Carlotta_La Galleria

Nel 1915, pochi giorni prima della dichiarazione di guerra dell’Italia contro l’Austria, la Villa fu affidata al capo giardiniere; l’anno successivo, pur restando di proprietà tedesca, la Villa fu sottoposta ad amministrazione controllata, essendo un bene appartenente a cittadini di uno Stato “nemico”; a quel punto, venne fatto un accurato inventario di tutti i beni in essa contenuti, al fine di garantire l’integrità del patrimonio. Nel 1921, la Villa passò definitivamente allo Stato e si cominciò a pensare alla possibilità di costituire un ente preposto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio di Villa Carlotta. Il progetto si concretizzò pochi anni più tardi grazie anche al contributo di alcune personalità milanesi e comasche.

Oltre trecento anni di grande collezionismo connotano la storia di Villa Carlotta: qui, arte e natura dialogano tra loro immerse in un contesto paesaggistico incredibilmente affascinante.

Villa Carlotta_La Sala dei Cammei: i cammei in gesso erano tra i souvenirs più ambiti dai viaggiatori del Grand Tour, il viaggio che i membri dell’aristocrazia europea del XVIII secolo intraprendevano per perfezionare la loro cultura. La durata del Grand Tour non era definita e toccava diversi Paesi europei, tra i quali non mancava mai l’Italia. La Sala dei Cammei custodisce una bellissima raccolta ottocentesca di 479 esemplari di cammei in gesso che riproducono una serie di architetture e opere d’arte delle città di Roma, Milano, Firenze e Parigi.
Villa Carlotta_La Sala dell’Arazzo: protagonista indiscusso dello spazio è il grande arazzo del XVIII secolo tessuto a Bruxelles (La Grand-Place di Bruxelles, un magico incontro tra architettura e fiori all’interno dell’Hôtel de Ville) nell’atelier di François Van Der Borght. Raffigura un’allegra festa contadina en plain air, soggetto tipico della pittura fiamminga.

Una visita della Villa, dunque, non può che rivelarsi un’esperienza straordinaria, sia per la bellezza dei luoghi sia per la raffinatezza degli ambienti ed il valore delle opere in essa custodite.

Villa Carlotta_Il Salotto Impero: tra le finestre spicca la ”Odalisca” di Francesco Hayez. Il Salotto Impero rappresenta appieno il gusto del duca Giorgio II per la presenza di arredi sontuosi con inserti in bronzo dorato risalenti alla seconda metà dell’Ottocento.
Villa Carlotta_La Camera da Letto: l’ambiente conserva un arredamento ricco con mobili in mogano rossiccio e numerose applicazioni in bronzo dorato. Cattura l’attenzione la grande culla con intarsi in madreperla in stile neogotico.
Villa Carlotta_La Sala di Amore e Psiche: il celebre gruppo scultoreo realizzato da Antonio Canova tra il 1787 e il 1793 è conservato al Musée du Louvre di Parigi ma anche Villa Carlotta ha il suo esemplare! Si tratta di una scultura realizzata tra il 1819 e il 1824 da Adamo Tadolini, allievo prediletto di Canova, che aveva ricevuto il modello proprio dal suo maestro perché lo riproducesse a suo piacimento. In questa stessa sala è inoltre esposto un ciclo di bassorilievi raffiguranti scene dell’Eneide realizzato verso la fine del XVIII secolo da Giuseppe Franchi, scultore protagonista del Neoclassicismo italiano. La scultura “Amore e Psiche” di Adamo Tadolini raffigura il dio Amore mentre con un bacio sta per risvegliare Psiche, caduta in un sonno profondo dopo la sua discesa negli Inferi.
Villa Carlotta_La Sala di Napoleone: a Villa Carlotta  non poteva mancare un omaggio a Napoleone Bonaparte al quale è dedicata questa sala dove sono raccontate le sue gesta in pace e in guerra, dalla prima campagna d’Italia del 1796 alla vittoria del 1807 contro lo zar Alessandro I di Russia.

L’eleganza di Villa Carlotta non si limita solo ai suoi interni; infatti, la straordinarietà di questo luogo è da leggersi anche, e soprattutto, nel suo immenso giardino che costituisce una sorta di prosecuzione della Villa stessa.

Tremezzina_Villa Carlotta
Villa Carlotta_Il Giardino
Villa Carlotta_Il Giardino

Il filo conduttore è sempre e soltanto uno: la bellezza a tutto tondo. Quella raffinata dell’arte, all’interno; quella potente e delicata della natura, all’esterno.    

Villa Carlotta_Il Giardino. Rose
Villa Carlotta_Il Giardino. Grotta

Il giardino di Villa Carlotta è un caleidoscopio di colori e di profumi, tante sono le essenze disseminate lungo il percorso.

Villa Carlotta_I colori del Giardino

La sua bellezza, inoltre, è amplificata dai sapienti allestimenti paesaggistici e dalla presenza di alberature monumentali. Molte di queste piante vennero inserite nel giardino per volere di Giorgio II di Sachsen-Meiningen, che era un appassionato botanico.  

Villa Carlotta_Il Giardino. Calocedrus
Villa Carlotta_Il Giardino. Araucaria araucana: conosciuta anche con il nome di “Monkey Puzzle”, è una pianta sempreverde originaria del Cile e dell’Argentina che può superare i 30 metri di altezza. Il curioso soprannome risale alla metà dell’Ottocento quando gli esemplari di questo albero erano ancora poco diffusi in Gran Bretagna. Sir William Molesworth, proprietario di un giardino in Cornovaglia, stava mostrando la pianta a un gruppo di amici quando uno di loro affermò: “It would puzzle a monkey to climb that” (“Scalarlo disorienterebbe anche una scimmia”). All’epoca, non avendo ancora l’albero un nome popolare, venne adottato quello di “Monkey Puzzle”.
Villa Carlotta_Il Giardino. Libocedro o Cedro dell’Incenso
Villa Carlotta_Il Giardino. Palme da dattero silvestre

Il Giardino di Villa Carlotta può essere diviso in più parti.

La zona sicuramente meno scenografica ma comunque suggestiva per la vista che offre sul Lago di Como è il comparto agricolo, corrispondente alla parte del Giardino dove venivano coltivati viti, ulivi e gelsi, e di cui oggi è ancora visibile l’impronta nei terrazzamenti esposti a sud e nelle piante secolari di ulivo.

Villa Carlotta_Il Giardino. L’Uliveto: un tempo, a monte della Villa si estendeva il compendio rurale formato da ben quaranta appezzamenti modellati a terrazze e coltivati a olivi, gelsi e vigne. Il sentiero conduce a un punto panoramico sul Lago di Como.

Attraverso la seicentesca scalinata a tenaglia che anticipa l’imponente facciata della Villa si accede al Giardino all’Italiana (anche noto col nome di “Giardino formale”), caratterizzato dalla suddivisione geometrica degli spazi, abbelliti da terrazze tra di loro collegate, statue, aiuole di bosso, fontane e siepi potate in forma. Le principali essenze che caratterizzano questa parte del Giardino sono le camelie, i papiri e gli agrumi.

Villa Carlotta_Il Giardino. Camelie: nella prima metà dell’Ottocento in Europa si diffuse la moda delle camelie e quelle di Villa Carlotta caratterizzano la parte del parco più prossima all’edificio. La camelia fu un fiore talmente amato che già nella prima metà dell’Ottocento se ne erano ottenute 700 nuove varietà.
Villa Carlotta_Il Giardino. Tunnel di agrumi: sono collocati su una delle terrazze antistanti la Villa. Al tempo della famiglia Clerici, l’estensione dell’agrumeto era maggiore tanto che era conosciuto con l’appellativo di “Selva cedrina”. Durante il Grand Tour queste piante erano ammirate dai visitatori in quanto era decisamente inusuale vedere agrumi coltivati a terra a queste latitudini. Nel Settecento come oggi cedri, mandarini, arance, limoni, chinotti, pompelmi e bergamotti e le loro fioriture sono i protagonisti delle terrazze che separano la Villa dal lago.
Villa Carlotta_Il Giardino. Teatro di Verzura: è un elemento tipico dei giardini all’italiana a partire dal XVIII secolo. Quando le rappresentazioni teatrali divennero lo svago delle corti, si cominciarono a costruire veri e propri teatri all’aperto che venivano utilizzati durante l’estate. Nelle ville e nei palazzi di campagna, questi teatri vennero spesso realizzati con la sola vegetazione. Da qui il nome di “teatri verdi o di verzura”. La scenografia e le quinte erano costituti da piante (ad esempio, i bossi sagomati) mentre il palcoscenico consisteva solitamente in un praticello rialzato.
Villa Carlotta_Il Giardino. Giardino dei Bambù: questo angolo del giardino accoglie 25 specie di bambù, alcune delle quali rare. A rendere l’atmosfera di questo ambiente decisamente “orientale” concorrono strutture in pietra, cascatelle e ruscelli.

Infine, il Giardino Romantico che fu progettato con il chiaro intento di emozionare il visitatore; la sua estensione è decisamente più ampia rispetto al Giardino all’Italiana e, di conseguenza, la sua conformazione risulta decisamente più articolata.

Villa Carlotta_Il Giardino. Giardino roccioso: questo allestimento fu voluto da Giorgio II di  Sachsen-Meiningen che, oltre ad essere appassionato di botanica, amava molto il teatro e riuscì ad unire queste due passioni progettando splendide coreografie sparse all’interno del parco. Il Giardino roccioso è una di quelle: una variopinta tavolozza di fioriture stagionali accostate ad altre annuali in modo da garantire uno scenografico effetto cromatico praticamente tutto l’anno.
Villa Carlotta_Il Giardino. Bosco dei rododendri arborei: si pensa che siano stati messi a dimora per la prima volta agli inizi del Novecento e il tempo ha dato vita a un fitto intreccio di trochi e a fiori vistosi, spesso con inflorescenze a grappolo (corimbi), dalla colorazione che dl bianco, passa al rosa fino al cremisi.
Villa Carlotta_Il Giardino. Le Azalee: hanno reso Villa Carlotta famosa in tutto il mondo. Durante il periodo della fioritura, creano cuscini multicolori che punteggiano il parco.
Villa Carlotta_Il Giardino. La Valle delle Felci: è un esempio di ambiente artificiale appositamente ricreato nel parco per suscitare stupore nel visitatore. Questa “valle” venne ricavata sfruttando un avvallamento naturale del terreno attraversato sul fondo da uno scenografico ruscello.

Insomma, Villa Carlotta e il suo Giardino incantano e sorprendono, anche nei numeri: infatti, nel Giardino si contano 1012 alberi, 799 specie e varietà di piante e fiori, 202 tipi di rose, 395 di camelie e 406 tipi di rododendri (tra arborei e arbustivi)! Le “semplici” aiuole fiorite sono ben 51!

D’altronde, Villa Carlotta è una signora: elegante e raffinata, colta e bellissima.

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