Il Castello di Torrechiara, tutti i colori di una fortezza
9 Gennaio 2024/
Eccolo là, fiero e orgoglioso, fare la sua comparsa sulla cima di una collina: è il Castello di Torrechiara, fortezza quattrocentesca che domina la sottostante vallata.
Posto nelle prime propaggini dell’Appennino nel territorio di Langhirano, a sud della città di Parma (Parma, arte, storia e gastronomia sulle note di Giuseppe Verdi), il Castello di Torrechiara è un notevole esempio di architettura fortificata circondato da un panorama ricco di fascino.
In origine il suo nome doveva essere Torclaria, poi soppiantato da quello di Torrechiara; a dispetto di quanto si potrebbe pensare, però, il nome “Torrechiara” non avrebbe nulla a che vedere con il termine “torre”, bensì deriverebbe da “torchio”, strumento che veniva utilizzato sia per la pigiatura delle uve sia per quella delle olive, diffusamente coltivate in quest’area nel corso del XIII secolo.
Il Castello venne edificato tra il 1448 e il 1460 per volontà del conte e condottiero Pier Maria II de’ Rossi detto il Magnifico con una duplice funzione: difensiva, attestata dalla presenza di tre cerchie di mura e dalle quattro torri angolari (Leone, Giglio, San Nicomede e Camera d’Oro), e residenziale, come dimostrano gli affreschi a grottesche opera del pittore rinascimentale cremonese Cesare Baglioni. Con la costruzione del Castello, Pier Maria II de’ Rossi volle, da un lato, celebrare il suo legame con l’amata Bianca Pellegrini e, dall’altro, esaltare la potenza del suo casato.
Dal punto di vista architettonico, il Castello risentì molto dell’influenza dei castelli sforzeschi-viscontei che, proprio come quello di Torrechiara, servivano per difendere il territorio ma erano anche lussuose dimore. Tra l’altro, fu proprio la presenza femminile al suo interno a contribuire a preservarne la struttura che non subì mai degli importanti stravolgimenti, motivo per cui il Castello di Torrechiara conserva pressoché inalterato il suo impianto originario.
Per raggiungere il Castello si deve attraversare il caratteristico borgo medievale di Torrechiara tra case di pietra affacciate su strette stradine, il tutto incorniciato da un panorama da cartolina: come spesso accade in luoghi come questo, la sensazione è quella che qui il tempo scorra più lento.
All’interno, il Castello è organizzato secondo una concatenazione degli spazi che non prevede la presenza di corridoi di disimpegno ed è ricchissimo di sale decorate con elementi naturalistici, fantastici e grottesche di scuola bolognese risalenti principalmente al tardo Cinquecento quando il Castello era di proprietà della famiglia Sforza di Santa Fiora, ramo cadetto della nobile famiglia milanese degli Sforza. Le stanze non presentano arredi e forse è un bene perché si riesce a godere meglio tutta la bellezza degli affreschi.
Al pianoterra, una serie di sale splendidamente decorate accoglie il visitatore: la Sala di Giove, la Sala del Pergolato, la Sala dei Paesaggi, la Sala della Vittoria, la Sala del Velario, la Sala degli Angeli e il Salone degli Stemmi. A unire tra loro queste stanze, un tempo destinate principalmente alle dame di corte che le utilizzavano per la musica, per leggere, per ricamare, vi sono gli affreschi a grottesche realizzati nella seconda metà del Cinquecento.
Al piano superiore si può ammirare un’altra serie di stanze dalle sfarzose decorazioni, tra le quali spiccano il grande Salone dei Giocolieri e la famosa Camera d’Oro, la stanza nuziale.
Bianca Pellegrini, moglie del funzionario amministrativo delle famiglie Visconti e Sforza, era la dama di compagnia Bianca Maria Visconti, Duchessa di Milano. Pier Maria II de’ Rossi, a sua volta sposato, si innamorò di lei e fece costruire in suo onore il Castello di Torrechiara che divenne così il luogo dei loro incontri. Non esistono documenti ufficiali che attestino che i due innamorati si siano mai sposati dopo che Pier Maria II de’ Rossi rimase vedovo nel 1468. Quando Bianca Pellegrini morì nel 1480, le sue spoglie vennero tumulate nel Castello dove, successivamente, fu sepolto anche Pier Maria II de’ Rossi.
Sullo stesso loggiato si affacciano anche quattro stanze che ripercorrono i diversi momenti della giornata: sono la Sala dell’Aurora, la Sala del Meriggio, la Sala del Tramonto e la Sala della Sera, tutte affrescate con scenografici paesaggi che cambiano colore a seconda delle diverse ore del giorno.
Entrare nel Castello significa dunque immergersi in un’atmosfera antica, ritornare a epoca lontana popolata da dame e cavalieri e scoprire piccoli gioielli di grande fascino e bellezza che lasciano letteralmente a bocca aperta!