Emilia-Romagna,  Italia

Il Castello di Torrechiara, tutti i colori di una fortezza

Eccolo là, fiero e orgoglioso, fare la sua comparsa sulla cima di una collina: è il Castello di Torrechiara, fortezza quattrocentesca che domina la sottostante vallata.

Castello di Torrechiara: è uno tra gli esempi italiani più significativi e meglio conservati di architettura castellana quattrocentesca. Sebbene sorga in cima ad una collina, il castello presenta l’impianto regolare tipico dei castelli di pianura.

Posto nelle prime propaggini dell’Appennino nel territorio di Langhirano, a sud della città di Parma (Parma, arte, storia e gastronomia sulle note di Giuseppe Verdi), il Castello di Torrechiara è un notevole esempio di architettura fortificata circondato da un panorama ricco di fascino.

Castello di Torrechiara: la fortezza sorge sulle rovine di una precedente costruzione ad un’altezza di circa 80 metri rispetto al fondovalle dove scorre il torrente Parma.

In origine il suo nome doveva essere Torclaria, poi soppiantato da quello di Torrechiara; a dispetto di quanto si potrebbe pensare, però, il nome “Torrechiara” non avrebbe nulla a che vedere con il termine “torre”, bensì deriverebbe da “torchio”, strumento che veniva utilizzato sia per la pigiatura delle uve sia per quella delle olive, diffusamente coltivate in quest’area nel corso del XIII secolo.

Castello di Torrechiara_Panorama

Il Castello venne edificato tra il 1448 e il 1460 per volontà del conte e condottiero Pier Maria II de’ Rossi detto il Magnifico con una duplice funzione: difensiva, attestata dalla presenza di tre cerchie di mura e dalle quattro torri angolari (Leone, Giglio, San Nicomede e Camera d’Oro), e residenziale, come dimostrano gli affreschi a grottesche opera del pittore rinascimentale cremonese Cesare Baglioni. Con la costruzione del Castello, Pier Maria II de’ Rossi volle, da un lato, celebrare il suo legame con l’amata Bianca Pellegrini e, dall’altro, esaltare la potenza del suo casato.

Castello di Torrechiara: il castello fu posto sotto la protezione della Madonna per volere di Pier Maria II de’ Rossi, devoto alla Vergine, che ne iniziò la costruzione nel mese di maggio.

Dal punto di vista architettonico, il Castello risentì molto dell’influenza dei castelli sforzeschi-viscontei che, proprio come quello di Torrechiara, servivano per difendere il territorio ma erano anche lussuose dimore. Tra l’altro, fu proprio la presenza femminile al suo interno a contribuire a preservarne la struttura che non subì mai degli importanti stravolgimenti, motivo per cui il Castello di Torrechiara conserva pressoché inalterato il suo impianto originario.

Castello di Torrechiara

Per raggiungere il Castello si deve attraversare il caratteristico borgo medievale di Torrechiara tra case di pietra affacciate su strette stradine, il tutto incorniciato da un panorama da cartolina: come spesso accade in luoghi come questo, la sensazione è quella che qui il tempo scorra più lento.

Castello di Torrechiara_Il borgo medievale
Castello di Torrechiara_La Chiesa di San Lorenzo: è situata lungo la Strada del Castello, all’inizio del borgo. In origine fu solo un piccolo oratorio risalente al XII secolo in quanto la chiesa “ufficiale” dedicata a San Lorenzo si trovava nei pressi del torrente Parma, più a valle. Quando la chiesa venne distrutta dalla piena del torrente intorno alla metà del Cinquecento, l’oratorio adiacente al maniero, rimaneggiato a metà del Quattrocento da Pier Maria II de’ Rossi, divenne sede parrocchiale. La chiesa venne profondamente modificata agli inizi del XVIII secolo. La facciata a capanna è semplice, rivestita come l’intero edificio in pietra frammista ad alcuni inserti in laterizio.
Castello di Torrechiara: il rivellino d’ingresso al borgo è una costruzione a pianta quadrata con una grande porta al centro sormontata dagli incavi per la chiusura del ponte levatoio. Sulla sinistra si apre una piccola porta pedonale.
Castello di Torrechiara: l’ingresso al castello avviene attraverso il rivellino limitrofo alla chiesa. Da qui inizia una salita coperta che conduce ad uno spiazzo dove si trova il secondo rivellino d’ingresso alla rocca che è sormontato da una torre merlata.
Castello di Torrechiara_Il Cortile d’Onore: a pianta rettangolare, è caratterizzato sul lato orientale da un elegante loggiato e un portico impreziosito da capitelli in cotto e arenaria. Anche il lato occidentale e quello a nord presentano porticati con arcate combinate tra loro in maniera differente.

All’interno, il Castello è organizzato secondo una concatenazione degli spazi che non prevede la presenza di corridoi di disimpegno ed è ricchissimo di sale decorate con elementi naturalistici, fantastici e grottesche di scuola bolognese risalenti principalmente al tardo Cinquecento quando il Castello era di proprietà della famiglia Sforza di Santa Fiora, ramo cadetto della nobile famiglia milanese degli Sforza. Le stanze non presentano arredi e forse è un bene perché si riesce a godere meglio tutta la bellezza degli affreschi.

Al pianoterra, una serie di sale splendidamente decorate accoglie il visitatore: la Sala di Giove, la Sala del Pergolato, la Sala dei Paesaggi, la Sala della Vittoria, la Sala del Velario, la Sala degli Angeli e il Salone degli Stemmi. A unire tra loro queste stanze, un tempo destinate principalmente alle dame di corte che le utilizzavano per la musica, per leggere, per ricamare, vi sono gli affreschi a grottesche realizzati nella seconda metà del Cinquecento.

Castello di Torrechiara_La Sala di Giove: vi si accede dalla Cappella di San Nicomede. Si caratterizza per la totale assenza della prospettiva: qui lo spazio non esiste. C’è solo uno sfondo bianco sul quale spiccano figure fantastiche, immagini surreali, a tratti mostruose, che si fondono in decorazioni geometriche e naturalistiche coloratissime.
Castello di Torrechiara_La Cappella di San Nicomede: in origine all’interno del Castello vi erano due cappelle, una dedicata a Santa Caterina e una a San Nicomede. Quest’ultima è collocata nell’omonima torre. Al suo interno spicca il polittico con la Madonna in trono affiancata dai Santi Caterina, Nicomede, Antonio Abate e Pietro Martire.
Castello di Torrechiara_La Sala dei Paesaggi (particolare): in questa sala campeggia al centro della volta una cornice rettangolare all’interno della quale si trova un grande amorino in volo tra le nuvole che tiene tra le mani due mazzi di fiori di campo. La decorazione è poi completata dalle immancabili grottesche.
Castello di Torrechiara_La Sala del Pergolato: la volta a botte è interamente occupata da un trompe-l’oeil che riproduce un pergolato ligneo carico di tralci di vite e grappoli d’uva dal quale si intravede il cielo azzurro.
Castello di Torrechiara_La Sala della Vittoria (particolare): si trova a pianoterra della Torre della Camera d’Oro e si distingue dalle altre per la particolare ricchezza e solennità decorativa. Si pensa che venisse utilizzata come sala da pranzo in quanto comunica con due ambienti di servizio che portano direttamente alla cucina. Deve il suo nome alla Vittoria in volo tra le nuvole raffigurata al centro della volta ma riprodotta anche in una lunetta della parete di sud-ovest. La dea tiene tra le mani una corona d’alloro, simbolo della gloria terrena, e un ramo di ulivo, allegoria della pace tra Dio e gli uomini, entrambe rese possibili dalla protezione del Papa e dell’Imperatore del Sacro Romano Impero.
Castello di Torrechiara_La Sala del Velario: era un secondo locale di servizio vicino alla cucina e, come il precedente, venne comunque decorato ed affrescato. Prende il nome dal velario (tendaggio) dipinto al centro della volta.
Castello di Torrechiara_La Sala degli Angeli: la copertura di questa sala è ornata con quattro putti che hanno tra le mani tre rami di melo cotogno, un anello con diamante e una corona da conte. Nonostante questa sala aveva una funzione di servizio venne comunque riccamente decorata da Cesare Baglioni con affreschi celebrativi della famiglia Sforza di Santa Fiora.
Castello di Torrechiara_Il Salone degli Stemmi: occupa l’intero lato nord-orientale del pianoterra tra la Torre della Camera d’Oro e la Torre del Leone. Utilizzato come spazio di rappresentanza per banchetti ufficiali e ricevimenti. Prende il nome dagli otto stemmi che ornano le pareti, alcuni papali e altri di importanti casate, tra cui quella dei Visconti. L’impianto decorativo è complesso e nacque dalla volontà della famiglia Sforza di Santa Fiora di celebrare la propria appartenenza ad una classe sociale elevata della quale facevano parte papi, duchi e imperatori.

Al piano superiore si può ammirare un’altra serie di stanze dalle sfarzose decorazioni, tra le quali spiccano il grande Salone dei Giocolieri e la famosa Camera d’Oro, la stanza nuziale. 

Bianca Pellegrini, moglie del funzionario amministrativo delle famiglie Visconti e Sforza, era la dama di compagnia Bianca Maria Visconti, Duchessa di Milano. Pier Maria II de’ Rossi, a sua volta sposato, si innamorò di lei e fece costruire in suo onore il Castello di Torrechiara che divenne così il luogo dei loro incontri. Non esistono documenti ufficiali che attestino che i due innamorati si siano mai sposati dopo che Pier Maria II de’ Rossi rimase vedovo nel 1468. Quando Bianca Pellegrini morì nel 1480, le sue spoglie vennero tumulate nel Castello dove, successivamente, fu sepolto anche Pier Maria II de’ Rossi

Castello di Torrechiara_Il Salone dei Giocolieri: è un’ampia sala che occupa l’intero lato nord-orientale della fortezza. Deve il suo nome alla composizione di giocolieri in equilibrio su quattro leoni dipinta sopra il camino. Lungo le pareti abbondano le raffigurazioni di stemmi cardinalizi e quelli delle famiglie Farnese e Sforza.
Castello di Torrechiara_Il Salone dei Giocolieri: in questa stanza, ricchissima di grottesche (le decorazioni pittoriche parietali che affondano le radici nella pittura romana di epoca augustea, riscoperte e divenute molto popolari nel corso del Quattrocento) abbondano i trompe-l’oeil come le due porte dipinte sul lato corto della stanza.
Castello di Torrechiara_Il loggiato
Castello di Torrechiara_La Camera d’Oro: è probabilmente la stanza più famosa dell’intero Castello e si contraddistingue per la magnificenza delle sue decorazioni quattrocentesche. Situata nella torre di nord-est, era la camera nuziale di Pier Maria II de’ Rossi e deve il suo nome alle foglie di oro zecchino che anticamente rivestivano le formelle alle pareti.
Castello di Torrechiara_La Camera d’Oro: nelle lunette della volta sono riprodotte scene del rituale dell’amore cavalleresco e nelle vele il pellegrinaggio d’amore di Bianca Pellegrini che, di castello in castello, va alla ricerca del suo amato. E’ la celebrazione della potenza dell’amore ma anche della vastità dei domini della casata.
Castello di Torrechiara_La Camera d’Oro: gli stucchi in bassorilievo e le formelle quadrate che rivestono le pareti di questa sala uno splendido esempio della raffinatezza tardogotica che caratterizzò la corte milanese degli Sforza, frequentata da Pier Maria II de’ Rossi.

Sullo stesso loggiato si affacciano anche quattro stanze che ripercorrono i diversi momenti della giornata: sono la Sala dell’Aurora, la Sala del Meriggio, la Sala del Tramonto e la Sala della Sera, tutte affrescate con scenografici paesaggi che cambiano colore a seconda delle diverse ore del giorno.

Castello di Torrechiara_La Sala dell’Aurora (particolare): è la quarta e ultima stanza prima della Camera d’Oro. L’affresco che decora la volta riproduce il sole circondato da un alone giallo-rosato e da nubi dipinte nelle tonalità del rosa, dell’azzurro, del blu e del viola, tipiche dell’alba.
Castello di Torrechiara_La Sala del Meriggio: i dipinti alle pareti raffigurano paesaggi immaginari dominati da rovine e grandi castelli alle spalle dei quali si elevano monti con cime aguzze. I colori sono quelli caldi del tardo pomeriggio.
Castello di Torrechiara_La Sala del Tramonto: l’ambiente è coperto da una volta a crociera decorata con un affresco che raffigura il sole circondato da tutte le sfumature del tramonto che si susseguono in maniera concentrica. Anche qui, nel cielo si stagliano uccelli in volo. I dipinti che ricoprono le pareti raffigurano paesaggi immaginari con scene di caccia che si svolgono davanti a grandi castelli e rovine.
Castello di Torrechiara_La Sala della Sera: il soffitto è interamente decorato con affreschi che riproducono un cielo blu scuro solcato da fitte nubi bianche e uccelli in volo.

Entrare nel Castello significa dunque immergersi in un’atmosfera antica, ritornare a epoca lontana popolata da dame e cavalieri e scoprire piccoli gioielli di grande fascino e bellezza che lasciano letteralmente a bocca aperta!

Castello di Torrechiara: per la serie “Non c’è castello senza fantasma”, anche la fortezza di Torrechiara ospiterebbe un’oscura presenza. La leggenda racconta che nelle notti di plenilunio lo spettro di Pier Maria II de’ Rossi si aggirerebbe per le stanze del Castello in cerca dell’amata Bianca Pellegrini ripetendo le parole “Nunc et semper” (“Ora e sempre”). C’è però anche chi sostiene che il fantasma sarebbe in realtà quello di una duchessa, murata viva all’interno della fortezza in un’epoca imprecisata.

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