Matera
Basilicata,  Italia

I Sassi di Matera, da “Vergogna d’Italia” a Patrimonio dell’Umanità

Matera, universalmente conosciuta come la Città dei Sassi; Matera, dal 1993 dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità; Matera, designata Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019.

Matera

Gli appellativi ed i più importanti riconoscimenti non bastano da soli a riassumere la bellezza e l’unicità di questa città perché, in realtà, Matera è innanzitutto e soprattutto un’esperienza emozionale forte, intensa che soltanto chi visita la città lucana ha la possibilità di vivere appieno.

Matera_Scorcio

Matera è una città unica e complessa, un disarmante intreccio di bellezza e di contrasti. Qui, più che altrove, è necessario conoscere la storia per poter comprendere fino in fondo la sua realtà così peculiare.

Matera è una delle poche città al mondo ad essere stata abitata con continuità fino dalla Preistoria: le sue origini, infatti, risalirebbero addirittura al periodo paleolitico, anche se fu durante l’Età dei metalli che nacque il primo nucleo di quella che sarebbe diventata l’attuale Civita. Città della Magna Grecia, Matera crebbe di importanza fino a diventare, in epoca romana, un centro strategico.

Matera_L’Altopiano della Murgia con le chiese rupestri

A partire dal VIII secolo la città ed il suo territorio furono scelti dai monaci benedettini e bizantini che vi si insediarono trasformando le grotte delle Gravine in chiese rupestri ma fu l’arrivo dei Normanni nel 1043 a segnare un periodo di pace e prosperità per Matera. Purtroppo, nei secoli successivi Matera conobbe fasi alterne e, tra carestie e terremoti, la città lucana riuscì comunque a risollevarsi.

La decadenza di Matera cominciò durante il Risorgimento quando le promesse sulla redistribuzione delle terre demaniali a favore dei braccianti e dei latifondisti più piccoli non vennero rispettate: la “questione della terra” non trovò mai una vera soluzione tant’è che, al termine della Seconda Guerra Mondiale, Matera fu teatro di sommosse popolari volte a ottenere l’assegnazione delle terre incolte.

Mandato al confino per motivi politici, tra il 1943 ed il 1944, lo scrittore torinese Carlo Levi scrisse il romanzo autobiografico “Cristo di è fermato a Eboli”, raccontando per la prima volta all’Italia tutta le condizioni di profonda miseria nelle quali vivevano le popolazioni contadine della Lucania e di Matera in particolare, in un periodo nel quale i Sassi erano all’apice del collasso demografico: gli abitanti erano infatti aumentati a dismisura e la pastorizia era in declino. Le antiche cisterne erano state riadattate ad abitazioni nelle quali la gente viveva stipata in condizioni igieniche davvero precarie. Qui il tasso di mortalità era quattro volte superiore alla media nazionale: “[…] Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli” (Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, 1945).

Sull’onda emotiva provocata dal libro di Levi,nel 1948 il leader del Partito Comunista Palmiro Togliatti volle andare a Matera per rendersi conto di persona delle condizioni di vita della gente: fu in occasione di quel viaggio che, senza mezzi termini, Togliatti definì i Sassi di Matera come la “Vergogna Nazionale”. Qualche anno dopo, nel 1950 l’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi visitò egli stesso la città di Matera e nel 1952 firmò la “Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi di Matera”: circa 17.000 persone furono costrette ad abbandonare i Sassi e vennero trasferite nei nuovi quartieri progettati dai migliori architetti ed antropologi dell’epoca e lo Stato si fece carico di risanare i Sassi. Molti furono quelli che, invece, scelsero con dolore di emigrare lontano dalla loro terra natia.

Una legge nazionale del 1986 segnò il destino di Matera, prevedendo di finanziare il recupero degli antichi rioni e dando così il via al progressivo recupero della città e della sua identità.

Quella della riqualificazione è certamente una sfida molto impegnativa ma Matera sembra averla accettata con entusiasmo ed orgoglio, decisa a impossessarsi di nuovo della propria identità perduta.

Matera_I Sassi sono l’anima della città

Arrivai a Matera verso le undici del mattino. Avevo letto nella guida che è una città pittoresca, che merita di essere visitata, che c’è un museo di arte antica e delle curiose abitazioni trogloditiche [cioè scavate nella roccia]. […] arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera. La forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso in un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca, Santa Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l’inferno di Dante, in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto. Alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. È davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante” (Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, 1945).

I Sassi di Matera sono due quartieri, il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano, che, insieme al rione Civita, costituiscono il centro storico cittadino; formati da edifici ed architetture rupestri scavati nella roccia, i Sassi sono letteralmente dei “rioni di pietra” disposti tutto intorno e sul fondo di due solchi plasmati dallo scorrere incessante dell’acqua incanalata nei grabiglioni, canali di scolo che confluivano nelle Gravine di Matera.

I Sassi di Matera costituiscono un paesaggio umano e culturale unico al mondo, un vero e proprio “ecosistema urbano” frutto della stratificazione di varie forme di civilizzazione: da preistorici villaggi trincerati ad insediamenti rupestri, da civitates fortificate normanne a sistemazioni urbane barocche, i Sassi sono stati definiti dall’UNESCO un vero e proprio “Paesaggio culturale”.

Matera_Un panorama mozzafiato

Il nucleo più antico di Matera è rappresentato dal rione Civita che, di fatto, divide i due Sassi: questa era la parte più “aristocratica” della città.

Posizionata in corrispondenza dello sperone più alto della Civita, la Cattedrale della Madonna della Bruna e di Sant’Eustachio domina il paesaggio circostante.

Matera_Scorcio della Cattedrale
Matera_La Cattedrale della Madonna della Bruna e di Sant’Eustachio

Edificata in stile Romanico-Pugliese nel XIII secolo sui resti di un antico monastero benedettino, esternamente la Cattedrale conserva la sua forma originaria a differenza del suo interno che, invece, fu rimaneggiato in epoca barocca.

Matera_Particolare della Cattedrale
Matera_Interno della Cattedrale

Di grande impatto sono il rosone romanico, chiaro riferimento alla ruota della vita, gli affreschi del Duecento che ancora riaffiorano in alcune cappelle e la Cappella dell’Annunziata con la bellissima volta dorata.

Matera_Particolare del portale
Matera_Il rosone in stile romanico della Cattedrale, simbolo della ruota della vita
Matera_La Cappella dell’Annunziata all’interno della Cattedrale
Matera_Affresco duecentesco all’interno della Cattedrale
Matera_All’interno della Cattedrale si trova l’affresco della Madonna della Bruna, protettrice della città

Il Sasso Barisano è ubicato lungo la strada che, uscendo dalla città, anticamente conduceva verso Bari.  L’origine del suo nome è incerta anche se la tesi più probabile sembra essere quella secondo la quale “Barisano” si riferisce proprio al capoluogo pugliese verso il quale il quartiere è rivolto.

Matera_I Sassi
Matera_I Sassi

Il Sasso Caveoso, invece, deve molto probabilmente il suo nome al fatto che la sua forma ricorda quella della cavea di un teatro, con le abitazioni disposte a gradoni.

Entrambi i Sassi erano contraddistinti da un sistema idrico finalizzato alla raccolta dell’acqua piovana e sorgiva che, anticamente, alimentava una rete di canali e cisterne estremamente capillare.

Matera_Il Palombaro Lungo

A testimonianza di questo incredibile sistema idrico integrato resta il Palombaro Lungo, un’enorme cisterna posta sotto Piazza Vittorio Veneto ad una profondità circa 15 metri che costituiva la più grande riserva d’acqua della Matera antica, vero gioiello architettonico di ingegneria idraulica. Il suo curioso nome deriverebbe dal termine latino “plumbarius” che identificava chi lavorava o produceva il piombo che rivestiva le tubature degli acquedotti.

Abitazione tipica dei Sassi di Matera era la casa-grotta: “Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore nascosto della loro antica civiltà. Chiunque veda Matera non può non restarne colpito tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza” (Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, 1945) e la visita alla Casa-Grotta di Vico Solitario nel Sasso Caveoso è un’esperienza davvero toccante: abitata fino al 1957, in questa “casa” vivevano 11 persone insieme agli animali domestici (il maiale, l’asino, la gallina).

Matera_L’interno della Casa-Grotta di Vico Solitario
 
Matera_La Casa-Grotta di Vico Solitario

Si tratta di un ambiente unico scavato nel tufo la cui sola apertura verso l’esterno, porta di ingresso a parte, era rappresentata da una minuscola finestra che serviva anche per l’aerazione. La luce arrivava dunque esclusivamente dall’alto: così, se in estate i raggi del sole, cadendo perpendicolarmente, restavano fuori dalla casa, in inverno, essendo più bassi ed obliqui, riuscivano parzialmente a scivolare sul fondo della grotta, illuminandola solo per poco tempo.

Matera_La Casa-Grotta. Calzature
Matera_Gli abitanti della Casa-Grotta “condividevano” lo spazio con gli attrezzi da lavoro

Qui gli arredi dell’epoca si mescolano agli attrezzi di uso quotidiano: ci sono l’enorme letto con il materasso ripieno di foglie, il piccolo tavolo al centro della stanza dove mangiavano tutti, il focolare con la cucina, il vaso da notte per i bisogni corporali, la mangiatoia per il mulo, la cavità dove si raccoglieva il letame per scaldarsi… La prima sensazione che si percepisce entrando è quella di soffocamento, nonostante l’alta volta del soffitto: l’aria è carica di umidità e, appena chiusa la porta, ci si sente completamente isolato dal mondo. E’ un luogo angusto, insalubre e sembra impossibile che le persone potessero vivere in simili condizioni.

La discesa nei Sassi è una sorpresa continua: tra le pietre di Matera infatti si nascondono luoghi mistici come chiese rupestri, cripte, basiliche, monasteri, santuari e conventi, sparpagliati qua e là nel tessuto urbanistico, ma percorrendo le strade lastricate è facile imbattersi anche in bellissimi palazzi dalle facciate barocche e rinascimentali.

Matera_Fiori “rinascimentali”
Matera_Finestra bifora
Matera_La Chiesa di San Pietro Caveoso. Lo stile romanico “rimaneggiato” secondo il gusto barocco
 
Matera_Lo stile barocco della Chiesa del Purgatorio

A  Matera, quindi, stili architettonici diversi, arte rupestre, Rinascimento e Barocco si incontrano, si mescolano creando una curiosa quanto armoniosa continuità.

Matera_Il settecentesco Palazzo dell’Annunziata
 
Matera_Il Palazzo Lanfranchi, massima espressione del Seicento a Matera
Matera_Il Palazzo Santoro, la cui costruzione iniziò sul finire del Cinquecento
 
Matera_Lo stile rinascimentale della facciata del Palazzo del Sedile

L’imponente facciata della Chiesa di San Francesco d’Assisi, ad esempio, è un omaggio allo stile barocco: situata nell’omonima piazza in una zona centrale della città, venne costruita nel XIII secolo su un’antica chiesetta ipogea dedicata ai Santi Pietro e Paolo mentre l’esterno fu rimaneggiato nel corso del Settecento.

Matera_La Chiesa di San Francesco d’Assisi
Matera_L’interno della Chiesa di San Francesco d’Assisi

Diverso, invece, è il discorso per le chiese rupestri, edifici scavati nella roccia risalenti principalmente all’Alto Medioevo: inizialmente nate come strutture religiose, nel corso dei secoli, queste chiese subirono diverse trasformazioni, diventando abitazioni private o, addirittura, ricoveri per gli animali.

Bellissimo quanto suggestivo esempio di chiesa rupestre è la Chiesa di Sant’Agostino al Casalnuovo per accedere alla quale si deve letteralmente “entrare” nella roccia!

Matera_La Chiesa di Sant’Agostino al Casalnuovo

Ecco che, di fronte a un luogo tanto particolare, diventa dunque facile capire perchè Matera abbia stregato registi e sceneggiatori che, in tempi diversi, l’hanno scelta per ambientarvi pellicole considerate capolavori della cinematografia.

Matera_Scorcio
Matera_La città di pietra
Matera_Scorcio
Matera_Scorcio
Matera_Scorcio
Matera_Scorcio

Tra i Sassi materani nel 1964 il nostro Pier Paolo Pasolini ambientò il film “Il Vangelo secondo Matteo” e sempre tra i Sassi nel 2004 lo statunitense Mel Gibson girò gli esterni di “The Passion of the Christ” (La Passione di Cristo), trovando che Matera fosse una perfetta Gerusalemme. Ancora, nel 2016 il regista kazako Timur Bekmambetov scelse Matera come sfondo per il suo “Ben-Hur” e nel 2017 la statunitense Patty Jenkins trasformò la città nel set del film “Wonder Woman”.

Oggi Matera incanta il visitatore che, immergendosi letteralmente nei Sassi, scopre l’anima mistica, quella colta e quella più umile di una città dalla storia millenaria, una città straordinaria, a tratti perfino dolorosa ma incredibilmente affascinante e suggestiva.

Matera_Quattro passi… sospesi tra i Sassi
Matera_Uno scorcio della città
Matera_Panorama

Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza” (Carlo Levi, Le mille patrie. Uomini, fatti, paesi d’Italia, Ed. Donzelli, 2000).

Matera

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