Barcellona, la sua storia millenaria tra “barris i districtes”
12 Giugno 2020/
“La più europea delle città spagnole”: ricca di arte e storia, efficiente, allegra e festaiola, a chi conosce bene la SpagnaBarcellona appare piuttosto distante da Madrid, la sua eterna rivale: secondo i Madrileños, infatti, Barcellona sarebbe una città conformista perché, a detta loro, la “vera Spagna” sarebbe tutta un’altra cosa… Qualcuno azzarda perfino l’ipotesi (forse eccessiva) che Barcellona soffra di una sorta di complesso di inferiorità verso la capitale spagnola! La realtà però sembra essere un po’ diversa perché, orgogliosamente catalana, nel tempoBarcellona ha saputo trovare il proprio posto nel panorama europeo scoprendosi una città molto amata da studenti e turisti.
Barcellona è organizzata in 10 distretti a loro suddivisi in quartieri (barrios) che in totale sono oltre 70! I distretti sono quello della Ciutat Vella, di Eixample, Sants-Montjuïc, Les Corts, Sarrià-Sant Gervasi, Horta-Guinardó, Nou Barris, Sant Andreu e Sant Martí. Ovviamente non tutti sono rilevanti sotto il profilo turistico ma alcuni di essi sono davvero interessanti dal punto di vista storico, artistico e culturale. Non a caso sono diventati famosi e sono visitati da migliaia di persone ogni anno.
La CiutatVella (Città Vecchia) è il primo distretto di Barcellona e ricomprende il suo centro storico: è il “cuore” di Barcellona, la sua parte più antica e autentica e al suo interno si divide tra i quartieri di Barri Gòtic, El Raval, La Barceloneta e La Ribera. E’ in questa parte della città che si concentrano moltissimi monumenti e luoghi di interesse.
Il Barri Gòtic (Quartiere Gotico) è forse uno dei quartieri più suggestivi di Barcellona. Prende il nome dallo stile gotico che predomina ancora oggi nei suoi edifici e fa un certo effetto pensare che questo quartiere racconti i 2000 anni di storia della città!
Il Barri Gòtic si presenta come un labirinto di stradine, vicolie piazzette, popolato quotidianamente da turisti e abitanti che si muovono tra negozi, botteghe, bar e ristoranti: è una zona piacevolmente caotica e indaffarata che vive fino a notte fonda.
In origine in questa zona sorgeva la romana Barcinosulle cui fondamenta crebbe successivamente la Barcellona medievale: i ricchi governanti della città, infatti, vollero cancellare le tracce del passato facendo costruire i grandi palazzi gotici e le maestose chiese che sono visibili oggi. Per fortuna, però, qualche traccia romana è rimasta in Plaça Nova dove si possono ammirare parte delle antiche mura e di un arco dell’acquedotto che portava l’acqua in città.
La Catedral de la Santa Creu i Santa Eulàlia (familiarmente chiamata La Seu) è la cattedrale di Barcellona dedicata alla Santa Croce e a Sant’Eulalia, la tredicenne martirizzata nel 303 per non avere rinnegato la propria fede cristiana.
Secondo la tradizione, dopo essere stata chiusa in un barile pieno di chiodi, Eulalia fu fatta rotolare lungo l’attuale Baixada de Santa Eulàlia (Discesa di Sant’Eulalia), le furono tagliati i seni, fu crocifissa e infine decapitata. Al termine del martirio, una colomba (simbolo della sua anima) si sarebbe staccata dal suo petto volando in cielo. Dopo varie vicissitudini, nel 1339 le sue spoglie vennero definitivamente poste in un sarcofago d’alabastro nella cripta della Cattedrale.
La Cattedrale fu costruita tra il XIII ed il XV secolo su una preesistente chiesa romanica; i lavori conobbero diverse interruzioni, la più lunga di tutte dovuta alla Morte Nera, l’epidemia di peste che a partire dal 1346 si diffuse in tutta Europa decimandone la popolazione.
La Cattedrale è composta dalla chiesa vera e propria, imponente e bellissima, dal chiostro, una tranquilla oasi di verde “sorvegliata” dalle oche, da alcune sale capitolari, dalla romanica Capella de Santa Llúcia e dalla Capella del Sant Crist de Lepant, del Santíssim Sagrament i de Sant Oleguer.
Nei pressi della Cattedrale sorge Carrer del Bisbe (Strada del Vescovo), la strada che in epoca romana fu la principale arteria della città: oggi è una stretta via pedonale dominata dal Pont del Bisbe, il “falso” ponte gotico disegnato negli Anni Venti dall’allievo di Antoni Gaudí, l’architetto modernista Joan Rubió i Belllver che aveva elaborato un “estremo” quanto azzardato progetto di demolizione di tutti gli edifici non gotici presenti nel barrio al fine di ottenere una perfetta omogeneità stilistica. Per fortuna il progetto non venne portato avanti, altrimenti una parte della storia di Barcellona sarebbe andata inevitabilmente perduta.
Il Pont del Bisbe è una struttura meravigliosa quanto misteriosa e desta una certa curiosità: si racconta, infatti, che la sua architettura neogotica nasconderebbe diversi simboli, oggetto delle più diverse interpretazioni. Secondo alcuni, ci sarebbero addirittura dei chiari richiami alla dottrina massonica…
Quando l’epidemia di peste si abbatté su Barcellona nel XIV secolo, re Pietro III d’Aragona ordinò la costruzione di una cinta muraria per cercare di isolare la parte della città maggiormente colpita dalla terribile malattia: nacque così il quartiere di El Raval che oggi si presenta come una zona multietnica, ricca di gallerie d’arte e culla di nuove tendenze. Qui sorge anche il mercato più antico e colorato di Spagna ovvero lo storico Mercat de la Boqueria il cui nome deriva dalla parola catalana boc (capra) perché qui già nel Duecento veniva venduta la carne di capra.
La Boqueria è una tappa irrinunciabile per chi si trova a Barcellona! Colorato e chiassoso, è una vera delizia sia per gli occhi sia per il palato: è praticamente impossibile non acquistare qualcosa!
Durante il Medioevo Barcellona divenne una delle città europee più importanti nel commercio marittimo e questo suo legame con il mare è rappresentato da Port Vell (Porto Vecchio). Trasformatosi nel corso del tempo in un orrendo agglomerato di magazzini dismessi e cisterne vuote, le Olimpiadi del 1992 ne hanno decretato la rinascita: grazie ad un ambizioso progetto di rinnovamento urbano, infatti, Port Vell è diventato un’attrazione turistica molto conosciuta e frequentata.
Domina la scena il profilo leggero e sinuoso della Rambla del Mar, la passerella pedonale che collega Port Vell con La Rambla, il viale più famoso di tutta Barcellona.
In una città profondamente legata al mare non può certo mancare un quartiere“marinaro” che è rappresentato da La Barceloneta. Nonostante sia nato in tempi relativamente recenti, questo quartiere si presenta come la naturale prosecuzione del Port Vell.
Risalente al XVIII secolo, questa parte della città è anche conosciuta come la “Piccola Barcellona” in quanto venne realizzata per dare alloggio agli abitanti di un altro quartiere della Ciutat Vella, quello de La Ribera, dopo che re Filippo V fece abbattere le case per creare al loro posto il Parc de la Ciutadella, pensato a immagine e somiglianza del Jardin du Luxembourg di Parigi.
Il secondo distretto di Barcellona è l’Eixample e occupa la parte centrale della città: qui, oltre ad alcune tra le piazze e le strade più celebri come Plaça de Catalunya, Passeig de Gràcia e Avinguda Diagonal solo per fare qualche esempio, si trovano le opere create dal massimo esponente del modernismo catalano, l’architetto spagnolo Antoni Gaudí: la Sagrada Familia, Casa Milà, Casa Batillő… (Barcellona secondo Antoni Gaudí)
Seguendo il genio creativo di Gaudì si “sconfina” nel sesto distretto di Barcellona chiamato Gràcia, dove ci si deve assolutamente godere il fiabesco Parc Güell. Il distretto di Gràcia comprende il territorio dell’antica Vila de Gràcia, una cittadina indipendente assorbita dalla municipalità barcellonese nel 1897. Oggi Vila de Gràcia è un quartiere tranquillo, culturalmente vivace e avanguardista e, passeggiando per le sue stradine, si ha come l’impressione di non trovarsi a Barcellona…
Il terzo distretto di Barcellona si chiama Sants-Montjuïc e prende il nome dal promontorio alto 173 metri che domina la città: il termine Montjuïc deriverebbe dal catalano “Mont dels Jueus” (Monte degli Ebrei) che identificava questa zona con il cimitero ebraico che originariamente doveva essere presente.
In questo distretto sorgono diversi centri culturali, il Museu Nacional d’Art de Catalunya, lo Stadio Olimpico Lluís Companys inaugurato nel 1929 in occasione dell’Esposizione Universale di Barcellona e poi ristrutturato in occasione dei Giochi della XXV Olimpiade del 1992 e il curioso Poble Espanyol, un museo medievale all’aria aperta.
Il modo migliore per raggiungere Montjuïc è la funicolare perché durante la salita si gode unavista strepitosa su Barcellona, le sue spiagge, il porto!
Una volta raggiunta la sommità, poi, una passeggiata nel verde dei Jardins del Mirador de l’Alcade è d’obbligo!
Il quinto distretto, quello di Sarriá-San Gervasio, si sviluppa lungo i rilievi della catena monuosa Collserola, il cui punto più elevato è rappresentato dalla collina del Tibidabo che con i suoi 512 metri domina Barcellona. In realtà questo distretto è nato dall’unione di diversi municipi che, dalla fine dell’Ottocento in poi, sono stati assorbiti dalla città. Si tratta di una zona originariamente rurale trasformatasi a seguito del progetto di urbanizzazione promosso da Salvador Andreu Grau, farmacista, filantropo ed imprenditore immobiliare, insieme all’architetto modernista Adolfo Ruiz Casamitjana: il modello al quale si ispirarono fu quello delle città-giardino inglesi.
A memoria di questo curioso personaggio resta la Torre Andreu, edificio realizzato nel 1906 che, inizialmente, fu la sua casa. Nel 1918, però, la Torre Andreu fu convertita in hotel diventando l’Hotel Metropolitan, uno dei più lussuosi di Barcellona.
Il decimo (e ultimo) distretto di Barcellona è quello di Sant Martí. Situato a nord-est della città, occupa un’area molto vasta e segna anche la fine del territorio di Barcellona. Nel 1716 divenne un municipio indipendente e rimase tale fino al 1897 quando fu inglobato a Barcellona. Anticamente questa zona era ricca di torrenti e fossati alimentati dall’acqua proveniente dai rilievi della Collserola.
Oggi è una zona prettamente residenziale caratterizzata da linee molto moderne: tra di esse spicca il grattacielo (forse) più conosciuto di Barcellona ovvero la Torre Agbar (acronimo di Aguas de Barcelona). Progettato dall’architetto francese Jean Nouvel con l’intento di richiamare i rilievi del Montserrat (la sua forma dovrebbe ricordare un gayser che si innalza verso il cielo), in realtà questo grattacielo assomiglia molto a quello londinese noto come “The Gherkin” (Londra, melting pot europeo).
Lungo il litorale si sviluppano i quartieri moderni di Diagonal Mar i Front Marítim del Poblenou, così chiamato per la sua posizione geografica, e il quartiere di Vila Olímpica del Poblenou utilizzato come residenza degli sportivi in occasione dei Giochi della XXV Olimpiade del 1992 e il Port Olímpic, oggi usato per la navigazione sportiva.
In questo distretto, caratterizzato da modernità architettonica, spicca l’Arc de Triomf, una costruzione in stile neomudéjar (variante “spagnola” dell’architettura neomoresca) realizzata in occasione dell’Esposizione Universale del 1888.
Barcellona è una città ospitale e divertente e il suo perfetto bilinguismo (che i “Barcelonins” difendono orgogliosamente) potrebbe rivelarsi un’inaspettata nota di colore durante la visita della città: forti della conoscenza della lingua spagnola, infatti, ci potrebbe capitare di chiedere con disinvoltura dove si trova una determinata “iglesia” e, per tutta risposta, sentirci dire che quella “església” è proprio a due passi… Oppure ordinare un “zumo de naranja” (succo di arancia) e vedere un cameriere sorridente appoggiare sul nostro tavolo un “suc de taronja”…
Dunque, Barcellona è davvero un’esperienza: godereccia ma operosa al tempo stesso, è una città moderna, che guarda al futuro senza però perdere di vista le proprie tradizioni.