Africa,  Tunisia

Architettura, colore e religione: la città di Kairouan si racconta

«Assetati, beviamo molto tè per poter procedere degnamente alla scoperta di quella meraviglia. Per prima cosa un gran delirio che culmina di notte al “Mariage Arabe”. Nulla di singolo, solo un tutto. E che tutto! Una quintessenza da Mille e una notte, con il novantanove per cento di realtà. Che aroma, penetrante e inebriante, e che dà chiarezza, a un tempo. Cibo, vero cibo e bevanda stimolante, inebria e tonifica. Profumo di legna ardente. La patria?» (Paul Klee, Diari 1898-1918, Ed. Il Saggiatore).

Siamo arrivati a Kairouan nel tardo pomeriggio di ieri (Scoprire la Tunisia: l’atmosfera berbera di Takrouna): complice l’aria ancora piacevolmente tiepida ed un paio di ore di luce prima del tramonto, non abbiamo perso tempo e ci siamo immediatamente dedicati “alla scoperta di quella meraviglia” descritta dal pittore svizzero – tedesco Paul Klee nei suoi diari.

Nell’Aprile 1914, infatti, Paul Klee arrivò a Kairouan in occasione di un viaggio in Tunisia intrapreso in compagnia di alcuni amici e rimase letteralmente affascinato dalla città che determinò il suo “risveglio artistico”: «Di buon mattino ho dipinto fuori della città, luce lievemente diffusa, dolce e chiara. Senza nebbia. Poi ho disegnato in città […] Un senso di conforto penetra profondo in me, mi sento sicuro, non provo stanchezza. Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Quest’è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore».

Tunisia_Kairouan. Particolare delle mura merlate

Non so se sia stata colpa dell’ora del giorno, che rendeva tutto più ovattato ed i colori più caldi ed avvolgenti, o se si sia trattato di pura e semplice suggestione ma mi è stato impossibile restare indifferente al fascino di Kairouan: varcarne le massicce mura di cinta è stato come superare la soglia di un’invisibile porta del tempo!

Diventata silenziosa spettatrice, ho lasciato che la quotidianità scorresse pigra e tranquilla davanti ai miei occhi: uomini seduti a chiacchierare, altri intenti a lavorare, donne, giovani, bambini. Sembravano scene appartenute ad un’epoca passata…

Tunisia_Kairouan. Quotidianità
Tunisia_Kairouan. La Medina è il quartiere antico della città
Tunisia_Kairouan. Il lavoro quotidiano
Tunisia_Kairouan. La gente di Kairouan

Ciccio ed io ci siamo addentrati negli stretti e silenziosi vicoli della medina, il quartiere antico della città, dove tra le mura bianche delle abitazioni, abbiamo ammirato bellissimi portoni, alcuni “incastonati” in cornici finemente intagliate, altri dall’inconfondibile colore turchese, …

Tunisia_Kairouan. La Medina. Nel Corano il giallo è un colore amato da Dio.
Tunisia. Kairouan. La Medina. Ogni porta racconta una storia diversa.
Tunisia_Kairouan. La Medina. Il colore blu è stato introdotto solo in tempi recenti in quanto in passato aveva un’accezione negativa.
Tunisia_Kairouan. La Medina. Le porte sono spesso molto diverse tra loro nella foggia e nelle decorazioni.

… balconi di legno minuziosamente intagliati con motivi geometrici,  finestre a sporgere schermate da mashrabiyya, fitte griglie create per mantenere ventilate le abitazioni e che permettono a chi sta all’interno dell’edificio di guardare fuori senza essere visto.

Tunisia_Kairouan. Un esempio di mashrabiyya
Tunisia_Kairouan. La mashrabiyya è un dispositivo di ventilazione forzata molto utilizzato nell’architettura araba.
Tunisia_Kairouan. La mashrabiyya serve a tutelare soprattutto le donne dagli sguardi indiscreti.
Tunisia_Kairouan. La mashrabiyya è spesso costituita da pezzi di legno intarsiati assemblati per creare un disegno geometrico.

La medina ci ha svelato la sua anima più segreta: un intricato reticolato di vicoli e viuzze, alcune delle quali raggiungono a stento il metro di larghezza, un vero e proprio labirinto che, a tratti, ci ha perfino confuso le idee.

Tunisia_Kairouan. Indicazioni nella Medina
Tunisia_Kairouan. Lungo le mura che circondano la Medina

Non a caso, storicamente una delle funzioni della medina era proprio quella di aiutare a rallentare l’avanzata degli invasori all’interno delle città. Funzione svolta alla perfezione, direi!

Tunisia_Kairouan. La Medina è tipica soprattutto delle città nordafricane anche se in passato erano presenti in Andalusia e perfino in Sicilia.
Tunisia_Kairouan. La Medina e il suo souk

Siamo passati attraverso il vivace souk dove, ad essere sincera, mi sarebbe piaciuto potermi fermare un po’ più a lungo, magari per sorseggiare un bicchiere di bollente thé alla menta accompagnato da un makroud, dolcetto a base di datteri per il quale Kairouan è famosa in tutta la Tunisia.

A Kairouan si respira un’atmosfera carica di misticismo: anche ora, che è pieno giorno e la città è più che mai attiva, si percepisce una forte spiritualità. Stanotte, poco prima che sorgesse il sole, ho sentito per la prima volta in vita mia la voce del muezzin che, dal minareto della Grande Moschea, recitava i salmi per richiamare i fedeli alla preghiera. E così, in punta di piedi, per non svegliare Ciccio che dormiva come un angioletto, mi sono avvicinata alla finestra, l’ho aperta leggermente e, nascosta dietro i ricami della mashrabiyya, alla luce di una luna incredibilmente luminosa, ho osservato la strada sottostante popolarsi silenziosamente…

Tunisia_Kairouan. La Grande Moschea

Fondata nel 670 d.C. da Oqbah ibn Nāfi, eroe della conquista musulmana dell’Africa e compagno di Maometto, Kairouan è considerata la quarta città sacra dell’Islam dopo La Mecca, Medina e Gerusalemme e, anche per questo, in città si trovano numerose moschee tra le quali la più importante è la Grande Moschea.

Tunisia_Kairouan. Il minareto della Grande Moschea. Il minareto è la torre dalla quale il muezzin chiama alla preghiera per 5 volte al giorno.

Annoverata tra le più antiche del Maghreb, la moschea è circondata da massicce mura color ocra oltre le quali si apre, circondato da gallerie con colonne, il grande cortile su un lato del quale svetta imponente nei suoi tre piani di altezza il minareto ispirato all’architettura del Faro di Alessandria d’Egitto, una delle sette meraviglie del mondo. Il minareto è la torre dalla quale il muezzin richiama i devoti alla preghiera ed ha la stessa funzione dei nostri campanili, ovvero far arrivare a tutti, anche a chi si trova lontano, i segnali che scandiscono la giornata liturgica.

Tunisia_Kairouan. La Grande Moschea. Particolare del minareto.

Ci facciamo strada tra i turisti che, come noi, affollano il cortile e ci avviciniamo alla sala della preghiera nella quale non ci è consentito entrare: per nostra fortuna, il grande portone è stato lasciato aperto, perciò riusciamo a vedere il grande spazio ipostilo dove il bianco delle colonne contrasta con il pavimento interamente ricoperto di tappeti.

Tunisia_Kairouan. Il colonnato della Grande Moschea
Tunisia_Kairouan. Particolare del colonnato della Grande Moschea
Tunisia_Kairouan. Il cortile della Grande Moschea misura 65 x 50 metri ed è accessibile attraverso 6 porte laterali. 
Tunisia_Kairouan. L’interno della Grande Moschea. La muṣallā è il luogo nel quale i fedeli possono pregare
Tunisia_Kairouan. Un altro scorcio dell’interno della Grande Moschea
Tunisia_Kairouan. La Moschea del Barbiere. Il cortile

La forte spiritualità di Kairouan si esprime naturalmente anche attraverso l’architettura che, secondo me, raggiunge la sua massima espressione nel Mausoleo del Barbiere (Zaouia Sidi Sahabnoto anche come Moschea del Barbiere: è una “zāwiyah” ovvero di una costruzione sacra che, oltre a conservare le spoglie di un figura devota, è al tempo stesso santuario e luogo di insegnamento del Corano.

Questo mausoleo è infatti la tomba di Abou Dhama el-Balaoui, un barbiere che accompagnò Maometto durante i suoi pellegrinaggi e che, alla morte del Profeta, strappò tre peli della sua barba che custodì in un medaglione da portare sempre con sé. Questo fatto gli sarebbe quindi valso l’appellativo di Sidi Sahab ovvero “Colui che porta tre peli“.

Tunisia_Kairouan. Un guardiano della Moschea del Barbiere
Tunisia_Kairouan. La Mochea del Barbiere. Particolare del cortile.

Il Mausoleo del Barbiere è un complesso di sale decorate con splendide ceramiche multicolori provenienti dalla città tunisina di Nabeul, intagli e stucchi in stile ispano-moresco, tanto raffinati da sembrare meravigliosi ricami. Ovunque, al suo interno, ricorrono i colori dell’architettura islamica, veri e propri simboli di un linguaggio semplice e comprensibile: il bianco, il nero, il verde, l’azzurro, il rosso, il giallo. 

Tunisia_Kairouan. La Moschea del Barbiere. Le magnifiche ceramiche di Nabeul

 

 

Tunisia_Kairouan. La Moschea del Barbiere. Particolare di una sala nella quale sono visibili gli stucchi di ispirazione moresca.

Allahha creato per voi sulla terra tutte le cose, di diversi colori. In verità in ciò vi è un segno per gente che ricorda” (Il Corano, Sura 16, 13).

Tunisia_Kairouan. La Grande Moschea. Particolare di un mosaico.

Parafrasando la descrizione dei colori fatta dalla pittrice iraniana Delara Darabi,  il bianco è il colore dell’inizio della vita, mentre il suo opposto, il nero, ne rappresenta la fine; l’azzurro simboleggia ciò che non ha confini; il rosso è il colore della vita e dell’immortalità; il verde corrisponde alla conoscenza, alla natura ed è il colore per eccellenza dell’Islam: colore preferito dal Profeta, il verde simboleggia il Paradiso. Ed infine il giallo, il colore più caldo di tutti oltre che il più difficile da spegnere, simboleggia ciò che non può essere contenuto.

Prima di rimetterci in marcia per proseguire il nostro viaggio, lancio un’ultima occhiata alla gente, alla medina, ai bastioni merlati, alla Grande Moschea, alle candide cupole che spuntano qua e là e lascio che il colorato e “polveroso” incanto di Kairouan mi avvolga un’ultima volta.

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